Domandina facile facile... Supponiamo, ed è comunque tutto
da dimostrare, che ogni esternazione dell'attuale "Vescovo di Roma"
fosse dottrinalmente corretta ed assolutamente ortodossa: "Chi sonoio
per..." "Chi non cerca Dio si salva se segue la sua coscienza"
per gli omosessuali e i divorziati ci vuole più tenerezza e misericordia ecc.,
e che ogni fraintendimento
fosse dovuto unicamente alla cattiva interpretazione dei mass-media:
Mi chiedo:
Siamo del resto ormai abituati alla triste litanìa dei
giornalisti e commentatori cosiddetti "conservatori conciliari": il
Papa non è stato correttamente interpretato, non intendeva assolutamente dire
quello che hanno riportato le testate laiche, si è mantenuto fedelissimo al
Magistero precedente...
Sarà... ma non mi risulta che il Sillabo o l'enciclica
"Pascendi" di San Pio X, in quei tempi lontani e difficili, fossero
stati interpretati in modo differente rispetto all loro reale significato.
Anche allora c'erano i liberali e gli anticlericali, anche
allora c'era interesse a distorcere il pensiero dei Pontefici ma ciò
semplicemente non era materialmente possibile.
I pronunciamenti infatti erano talmente chiari e cristallini
che nessun lettore, per quanto in mala fede, avrebbe potuto distorcerli.
E allora? Le risposte al mio quesito non sono molte ma, come
spesso chiedo ai miei lettori, mi farebbe davvero piacere che ce ne fossero
altre.
Posto infatti che tutti conosciamo, e quindi dovrebbero conoscerle
anche in Vaticano, la superficialità e
la malignità di molti commentatori degli organi d'informazione, se davvero si
volessero evitare i fraintendimenti, ci sarebbe un unico rimedio: tornare ad un
linguaggio chiaro e definitorio, preciso, inequivocabile e netto.
Questo aspetto della comunicazione ecclesiale contemporanea
è stato evidenziato, con mirabile acutezza, da Alessandro Gnocchi e Mario
Palmaro nel loro recente volume "La bella addormentata" (Vallecchi
2011).
Tali pagine erano dedicate all'analisi dei documenti
conciliari ma le medesime considerazioni possono applicarsi, forse ancora di
più, al linguaggio colloquiale di Papa Francesco.
In altre parole: per cercare di essere più compresi dal
mondo contemporaneo si è è ottenuto paradossalmente l'effetto assolutamente
opposto ovvero di non essere compresi da nessuno.
Già... perchè le risposte sono soltanto due:
2 - Oppure, e fa tremare solo il pensarlo, questi signori lo
fanno apposta. Usano un linguaggio volutamente ambiguo perchè non hanno il
coraggio di proclamare apertamente la Verità e così sperano di dire ad ognuno
quello che vorrebbe sentirsi dire. Ai credenti che bisogna convertirsi, agli
atei che basta seguire la coscienza, ai gai che il loro comportamento non è
giudicabile, ai divorziati che il Cristianesimo non è un insieme di precetti e
via di questo passo.
Beh... anche per questi problemi ci sarebbe comunque la
soluzione mediaticamente apprezzata: facciamone ricoveri per immigrati!