“Le buone intenzioni del Concilio
Vaticano II sono finite nelle mani di uomini senza Dio”
Monsignor Athanasius Schneider.
Dopo l’intervista in esclusiva rilasciata a
www.lafedequotidiana.com, monsignor Athanasius Schneider,
Segretario della Conferenza Episcopale del Kazakhstan e uno dei vescovi più
impegnati in difesa delle verità cattoliche, ha rilasciato alcune dichiarazioni
al sito spagnolo Adelante la Fè.
Ricordando
il beato Alexis Saritski, Mons. Schneider rammenta che era «affabile e
simpatico» ma allo stesso tempo era un uomo «senza compromessi» che «ha
insegnato la verità piena della legge di Dio», e che invitava a «mantenere la
purezza del cuore e la fedeltà alla fede cattolica». Ripescando nei suoi
ricordi, Schneider ha ricordato anche Padre Janis Pawlowski che, celebrando «la
Messa con tanta devozione e riverenza» ha lasciato un’impronta indelebile nella
sua anima, tanto che, «quando, a dodici anni, ho sentito la chiamata del
sacerdozio – ricorda Schneider – mi è venuto improvvisamente in mente il volto
santo del sacerdote».
Autore di Dominus est (pubblicato dalla
Libreria Editrice Vaticana nel 2009), testo che spiega benissimo i motivi della
contrarietà alla pratica della Santa Comunione data sulla mano, Schneider ha
detto che «è innegabile che una parte considerevole di quelli che ricevono la
Santa Comunione sulla mano, soprattutto i più giovani, non hanno conosciuto la
ricezione del ginocchio dell’Eucaristia e sulla lingua e non hanno la fede
cattolica piena nella Presenza reale». Parlando delle cinque piaghe del Corpo
mistico liturgico di Cristo (il sacerdote celebrante che guarda verso i fedeli
e non più verso Cristo, la Santa Comunione data sulla mano, le nuove orazioni
dell’offertorio, la scomparsa del latino nelle celebrazioni liturgiche, il
lettorato e l’accolitato dato alle donne), Schneider ricorda che «nessuna di
queste ferite liturgiche trova supporto, anche lontanamente, nella Costituzione
del Concilio Vaticano II sulla liturgia Sacrosanctum Concilium» ma «sono
state introdotte in conformità con un piano specifico elaborato da un piccolo
gruppo di liturgisti che, fatalmente, occupavano posizioni chiave nella Curia
romana durante l’immediato periodo post-conciliare».
Schneider denuncia che tutto ciò è stato
fatto «con astuzia e inganno», facendole passare come «se fossero la volontà
del Papa» mentre le manipolazioni sono state documentate, ad esempio, nei libri
del cardinale Antonelli e nei ricordi di Louis Bouyer, entrambi membri della
Commissione post-conciliare sulla Liturgia, e quindi testimoni oculari. «Per
qualche misteriosa ragione – sottolinea Schneider – Dio ha permesso che le
buone intenzioni dei Padri del Concilio Vaticano II cadessero nelle mani di
uomini senza Dio e ideologi-rivoluzionari liturgici. Hanno messo la sacra
liturgia di Santa Romana Chiesa in stato di prigionia, in una sorta di esilio
ad Avignone». Secondo il vescovo kazako, per guarire da queste piaghe sono
necessarie delle contromisure, per esempio studiare «attentamente il testo
della Sacrosanctum Concilium e, in particolare, i verbali delle
discussioni del Consiglio su questo tema, al fine di conoscere la vera
intenzione dei Padri conciliari (mens Patrum)», «scoraggiare e limitare la
ricezione della Comunione sulla mano», «istruire catechesi e omelie
sull’ineffabile mistero divino della Santa Eucaristia, la liturgia cattolica
perenne e immutabile della sacra teologia, e il significato spirituale dei
dettagli dei riti», «organizzare conferenze scientifiche e liturgiche per
seminaristi, sacerdoti e laici per insegnare i principi liturgici perenni e la
natura organica della liturgia, interrompendo i moderni “miti liturgici”»,
applicare e non ostacolare «gli insegnamenti del motu proprio Summorum
Pontificum del Papa Benedetto XVI».
Schneider insegna che «l’essenza del
protestantesimo è di respingere la piena verità dell’Incarnazione, con tutte le
sue conseguenze: la visibilità della Chiesa, la vita sacramentale, la realtà e
la grandezza della Presenza eucaristica, le caratteristiche “incarnative” della
liturgia. L’attuale crisi della Chiesa si manifesta principalmente in questi
due atteggiamenti: una spiritualità gnostica e un naturalismo orizzontale, la
cui radice è l’antropocentrismo, che a sua volta è una caratteristica tipica
del protestantesimo”.
In conclusione di intervista Schneider sottolinea
che «se la Chiesa non riesce a influenzare, o non lo fa a sufficienza, il mondo
e le sue realtà attraverso doni soprannaturali (la grazia, la luce della verità
divina) e, invece, si occupa principalmente di questioni naturali e realtà
temporali (ad esempio la giustizia sociale, l’ecologia), priva il mondo della
dimensione eterna del cielo. L’attività principale della maggior parte della
struttura ufficiale della Chiesa cattolica (associazioni, commissioni, etc.) è
immersa nel temporale e orizzontale, isolandoci dal sovrannaturale, dal cielo.
È questo il problema centrale della crisi della Chiesa. Un tale atteggiamento
conduce al relativismo dogmatico, morale e liturgico, e, infine, a una grave
mancanza di fede, al confine con l’apostasia e il paganesimo».
Matteo Orlando