mercoledì 13 aprile 2016

“Assolver non si può chi non si pente,/né pentere e volere [rimaner nel peccato] insieme puossi / per la contraddizion che nol consente” (Inferno, XXVII, 118-120).

Magisteri al confronto - scontro! A chi dare ragione quando si contraddicono?

 
 
Pio XII
Amoris laetitia
Ci si chiederà come la legge morale , che è universale , può bastare , e nello stesso tempo essere vincolante in un caso singolare, il quale nella sua situazione concreta è sempre unico e di “ una volta” . Lo può e lo fa , perché giustamente a causa della sua universalità la legge morale comprende necessariamente ed “intenzionalmente”  tutti i casi particolari , all’interno dei quali si verificano i suoi concetti. E in questi casi numerosissimi lo fa con una logica così concludente , che la stessa coscienza del semplice fedele vede immediatamente e con piena certezza la decisione da prendere ..
Ciò vale soprattutto per le obbligazioni negative della legge morale , di quelle che esigono un non fare, un lasciare stare. Ma non soltanto di quelle . Le obbligazioni fondamentali della legge cristiana per quanto superano quelle della legge naturale , si basano sull’essenza dell’ordine soprannaturale costituito dal Divino redentore. Dai rapporti essenziali fra l’uomo e Dio, fra l’uomo e l’uomo, fra i parenti, fra i genitori e i figli , dai rapporti essenziali di comunione nella famiglia, nello stato, nella Chiesa , risulta , fra le altre cose che l’odio a Dio, la blasfemia , l’idolatria, la defezione dalla vera fede , la negazione della vera fede , lo spergiuro , l’omicidio, la falsa testimonianza, la calunnia l 'adulterio e la fornicazione , l'abuso del matrimonio , il peccato solitario, il  furto e la rapina , la sottrazione di quanto è necessario per la vita , la frustrazione di salari equi , l’ accaparramento dei beni di prima necessità  e gli aumenti ingiustificati dei prezzi ,la  bancarotta fraudolenta , le manovre di speculazione sleali : tutto ciò è sempre gravemente interdetto dal legislatore divino. Non c’è da esaminare. Qualunque sia la situazione individuale, non c’è altro esito che obbedire.
Pio XII , discorso 18 Aprile 1952 . ( traduzione mia)
Originale:
https://w2.vatican.va/content/pius-xii/fr/speeches/1952/documents/hf_p-xii_spe_19520418_soyez-bienvenues.html
 
 
 
È meschino soffermarsi a considerare solo se l’agire di una persona risponda o meno a una legge o a una norma generale, perché questo non basta a discernere e ad assicurare una piena fedeltà a Dio nell’esistenza concreta di un essere umano. Prego caldamente che ricordiamo sempre ciò che insegna san Tommaso d’Aquino e che impariamo ad assimilarlo nel discernimento pastorale: «Sebbene nelle cose generali vi sia una certa necessità, quanto più si scende alle cose particolari, tanto più si trova indeterminazione. […] In campo pratico non è uguale per tutti la verità o norma pratica rispetto al particolare, ma soltanto rispetto a ciò che è generale; e anche presso quelli che accettano nei casi particolari una stessa norma pratica, questa non è ugualmente conosciuta da tutti. […] E tanto più aumenta l’indeterminazione quanto più si scende nel particolare».[347] È vero che le norme generali presentano un bene che non si deve mai disattendere né trascurare, ma nella loro formulazione non possono abbracciare assolutamente tutte le situazioni particolari. Nello stesso tempo occorre dire che, proprio per questa ragione, ciò che fa parte di un discernimento pratico davanti ad una situazione particolare non può essere elevato al livello di una norma. Questo non solo darebbe luogo a una casuistica insopportabile, ma metterebbe a rischio i valori che si devono custodire