martedì 21 marzo 2017

falsi d'autore o il velo si sta alzando?


Nuova rivelazione su Fatima,

l'apostasia nella Chiesa


di Marco Tosatti

 

 

Oggi esce in Spagna un libro di José Maria Zavala, intitolato “El secreto mejor guardado de Fatima”, il Segreto meglio custodito di Fatima. E’ un’opera piuttosto ampia, di 330 pagine, in cui si ripercorre la storia delle apparizioni del 1917, e del Terzo Segreto. L’autore, convertito al cattolicesimo, devoto di padre Pio, è un giornalista molto noto in Spagna, e autore di una trentina di opere di storia e religione. Nel libro c’è anche una conversazione molto interessante con don Gabriele Amorth, scomparso di recente, che era anch’esso un grande devoto del religioso di Pietrelcina.

Ma il libro contiene una parte che - se confermata come autentica - non può non rivelarsi clamorosa.

Racconta José Maria Zavala di aver ricevuto sulla posta del suo sito web una mail, anonima. Non c’era né testo, né oggetto; solo un allegato. La mail era nella cartella spam. L’ha aperta, e dopo un po’ di esitazioni ha aperto l’allegato. Era una lettera manoscritta, in portoghese, intitolata JMJ. La lettera consta di 24 righe.

José Maria Zavala l’ha fatta tradurre, e poi ha chiesto una perizia calligrafica a una professionista del settore, Begona Slocker de Arce, perito calligrafo dei tribunali di Giustizia, riconosciuta dalla Società Spagnola di Grafologia, perita calligrafa diretta del professore Francisco Alvarez (ex capo della Jefatura di investigazione e criminalistica della Guardia Civile), professore “tutor” nei corsi di Madrid di perito calligrafo giudiziario. E con altri titoli ancora.

La perizia, molto dettagliata (occupa venti pagine di libro) si conclude così: “Il documento ‘dubitado’ (cioè quello da studiare. N.D.R.) a cui ci si riferisce qui come Terza Parte non rivelata del Segreto di Fatima, è stato realizzato dalla stessa mano del documento ‘indubitado’ (il testo di riferimento, certamente autentico N.D.R.) corrispondente alla Prima e alla Seconda Parte del Segreto di Fatima redatto di proprio pugno da Suor Lucia dos Santos nella sua Terza Memoria del 31 agosto del 1941”.

Ecco il testo, nella nostra traduzione. Abbiamo mantenuto la spaziatura originale. Il testo comincia con le sigle JMJ, e la data: “Tuy, 1/4/1944”.

E continua così:

 

“Adesso vado a rivelare il terzo frammento del segreto; questa parte è l’apostasia nella Chiesa. Nostra Signora ci mostrò una visione di un individuo che io descrivo come ‘il “Santo Padre’, davanti a una moltitudine che stava lodandolo.

Però c’era una differenza con un vero Santo Padre, lo sguardo del demonio, questo aveva gli occhi del male.

Poi, alcuni momenti più tardi, vedemmo lo stesso Papa entrare in una Chiesa, però questa Chiesa era la Chiesa dell’inferno, non c’è modo di descrivere la bruttezza di questo luogo, sembrava come una fortezza fatta di cemento grigio, con gli angoli rotti e le finestre come occhi, aveva un picco sul tetto dell’edificio.

Subito alzammo lo sguardo verso Nostra Signora che ci disse avete visto l’apostasia nella Chiesa, questa lettera può essere aperta dal Santo Padre, però deve essere annunciata dopo Pio XII e prima del 1960.

Nel regno di Giovanni Paolo II la pietra angolare della tomba di Pietro deve essere rimossa e trasportata a Fatima.

Poiché il dogma della fede non è conservato a Roma, la sua autorità sarà rimossa e consegnata a Fatima.

?La cattedrale di Roma deve essere distrutta e una nuova costruita a Fatima.

Se 69 settimane dopo che questo ordine sia annunciato, Roma continua la sua abominazione, la città sarà distrutta.????????

Nostra Signora ci disse che questo è scritto, Daniele 9,24-25 e Matteo 21, 42-44”.

 

Così terminava il messaggio. La parte relativa a Matteo è la seguente: 

42. “Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:

‘La pietra che i costruttori hanno rifiutata

è diventata pietra angolare;

ciò è stato fatto dal Signore,

ed è cosa meravigliosa agli occhi nostri’?

43. Perciò vi dico che il regno di Dio vi sarà tolto, e sarà dato a gente che ne faccia i frutti.

44. Chi cadrà su questa pietra sarà sfracellato; ed essa stritolerà colui sul quale cadrà”.

 

Mentre invece la parte relativa a Daniele è questa:

“24. Settanta settimane sono fissate

per il tuo popolo e per la tua santa città

per mettere fine all'empietà,

mettere i sigilli ai peccati, espiare l'iniquità,

portare una giustizia eterna,

suggellare visione e profezia e ungere il Santo dei

santi”.

Abbiamo contattato José Maria Zavala via mail, chiedendogli alcuni chiarimenti sul modo in cui era giunto in possesso del documento, ma ha risposto che preferisce, vista la delicatezza dell’argomento, e la poca affidabilità dello strumento di posta elettronica, rispondere a voce, in un incontro che avverrà nelle prossime settimane.

Se il documento fosse autentico risolverebbe certamente molti degli interrogativi che sono stati posti in passato sulla completezza dello svelamento, e sulle contraddizioni che sono emerse durante gli anni, legate a testimonianze di chi aveva letto le memorie di Suor Lucia, e chi aveva visto il documento. Il testo del libro, per esempio coinciderebbe con il singolo foglio, visto in controluce nella busta destinata al Papa, dal vescovo di Leiria-Fatima mons. Venancio. E la possibilità che una parte del Terzo Segreto riguardasse problemi di fede e di apostasia nella Chiesa è stata ventilata più volte nei decenni passati. E naturalmente fare riferimento a una controversia ancora aperta, e che proprio in questi giorni è tornata di attualità, legata alle presunte dichiarazioni fatte dall’allora cardinale Ratzinger a un suo amico di antica data, Ingo Dollinger, sacerdote e professore di teologia.

Se si tratta di un falso, bisogna riconoscere che è un falso di altissima qualità. E naturalmente si aprirebbe la questione di chi l’ha forgiato, e perché; e perché l’ha inviato a un giornalista e scrittore così noto in Spagna per la sua testimonianza professionale ed esistenziale di fede cristiana.

Sarà naturalmente molto interessante sapere se, e quale eventualmente sarà, la risposta della Santa Sede agli interrogativi aperti da questo nuovo clamoroso sviluppo della saga di Fatima. Una conferma di quanto Benedetto XVI avrebbe rivelato qualche mese fa nel corso di un colloquio privato: “Fatima non è finita”.