A cento anni dal segreto di
Fatima
di Massimo Viglione
Oggi è il 13 luglio 2017. Può a molti sembrare una data senza
significato, e intendo riferirmi anzitutto ai cattolici, non esclusi quelli che
oggi vengono definiti “tradizionali”, per il mero fatto che ancora credono
nello stesso Dio dei loro padri. Eppure non è così.
Oggi sono cento anni
dalla terza apparizione della Vergine a Fatima. Tutti pensiamo sempre alla
ricorrenza del 13 maggio o, al massimo, a quella del 13 ottobre, l’ultima,
quando avvenne il celeberrimo miracolo della danza del sole dinanzi a 70.000
persone. Ma, in realtà, di quelle sei apparizioni la più importante, la più
decisiva, fu quella del 13 luglio, quando ai tre pastorelli la Madre di Dio
volle rivelare il grande segreto, suddiviso in tre distinte parti: la visione
fisica, materiale, dell’inferno, descrittoci in maniera terribile da suor Lucia
come oceano di fuoco dove nuotano le anime dei dannati; l’annuncio delle
catastrofi del XX secolo; e quello che è rimasto nella memoria collettiva come
il celeberrimo “terzo segreto di Fatima”.
Pertanto, oggi sono
appunto esattamente cento anni dalla rivelazione da parte del Cielo del segreto
più importante della storia della nostra epoca.
Anzitutto, andando contro ogni pur minimale logica pedagogica moderna, la Vergine fece vedere di colpo, “senza preavviso”, l’inferno a tre poveri bambini piccoli. Mostrando così di avere zero rispetto umano, zero interesse per le moderne teorie pedagogiche, ma immenso amore per le anime dei bambini e di tutta l’umanità.
Anzitutto, andando contro ogni pur minimale logica pedagogica moderna, la Vergine fece vedere di colpo, “senza preavviso”, l’inferno a tre poveri bambini piccoli. Mostrando così di avere zero rispetto umano, zero interesse per le moderne teorie pedagogiche, ma immenso amore per le anime dei bambini e di tutta l’umanità.
Quindi, rivelò la
prossima fine della Grande Guerra, la futura guerra mondiale e i castighi
correlati se gli uomini non fossero tornati a Dio. E aggiunse che sarebbe stata
la Russia a spargere nel mondo i suoi errori, chiedendo per questo la
consacrazione della stessa al suo Cuore Immacolato da effettuarsi dal papa in
unione con tutti i vescovi del mondo e concludendo però con l’annuncio della
futura conversione della Russia medesima. Ovvio quindi il riferimento al
comunismo incipiente e questo proprio in contemporanea con l’affermazione del
bolscevismo nel 1917; e la misteriosa speranza sulla Russia stessa, che
evidentemente ha giocato e giocherà un ruolo speciale nella storia degli ultimi
tempi, nel male e nel bene.
Infine, il cosiddetto
terzo segreto. Suor Lucia lo scrisse negli anni Quaranta, lo fece consegnare a
Pio XII negli anni Cinquanta, chiedendo che fosse rivelato entro (e non dopo,
come sempre più spesso si dice oggi) il 1960, cosa che il pontefice non fece
(si dice che non si degnò neanche di aprire la busta), né fece il suo
successore Giovanni XXIII, che invece lesse il testo ma disse che non
riguardava il suo pontificato.
Come tutti sappiamo,
questo testo è stato rivelato il 26 giugno 2000 a Fatima, presenti le quattro
cariche più importanti della Chiesa di allora: il pontefice Giovanni Paolo II –
che volle far credere che il segreto si fosse compiuto con l’attentato del 13
maggio 1981, sebbene in nulla corrispondesse al quadro tragico descritto da
suor Lucia, a partire dal fatto che egli non morì in quell’attentato; il
Prefetto della Congregazione della Santa Fede cardinale Ratzinger, che si
prestò a questa interpretazione svolgendo una lunghissima e complicatissima
prolusione che aveva come scopo quello appunto di dare solidità teologica alla
improponibile versione del pontefice; il Segretario di Stato Angelo Sodano e il
cardinale Tarcisio Bertone. Una volta divenuto pontefice, Ratzinger smentì se
stesso, affermando pubblicamente che “sbaglierebbe chi credesse che Fatima sia
conclusa”. Ovvero, esattamente il contrario di quanto lui e Wojtyla avevano
sostenuto quel 26 giugno 2000. Evidente quindi il fatto che nemmeno lui credeva
– e crede – all’interpretazione di Giovanni Paolo II, che vedeva in se stesso
la conclusione del messaggio profetico della Vergine a Fatima.
Fin subito dopo la rivelazione del Terzo Segreto, molti furono coloro che non credettero alla veridicità del testo, in quanto, da sempre, era evidente che questa terza parte riguardasse la crisi della Chiesa e non semplicemente una catena di sciagure. Del resto, lo stesso fatto che la Vergine avesse chiesto di renderlo noto entro il 1960 – ovvero prima del decisivo e rivoluzionario Concilio Vaticano II – e il fatto stesso che invece il pontefice istitutore del Concilio e i suoi successori per ben 40 anni – ovvero, l’intera epoca del postconcilio – si fossero guardati bene dal rivelarlo; la stessa patetica sceneggiata del 26 giugno; ma, soprattutto, il disastro quotidiano della fede, della teologia, della liturgia, della morale, all’interno della Chiesa stessa; dimostravano chiaramente che il segreto non poteva non concernere la crisi della Chiesa. Inoltre, quella frase fatidica, “Il Portogallo non perderà il dogma della fede”, non può essere messa lì a casaccio: era troppo invitante verso tale interpretazione.
Fin subito dopo la rivelazione del Terzo Segreto, molti furono coloro che non credettero alla veridicità del testo, in quanto, da sempre, era evidente che questa terza parte riguardasse la crisi della Chiesa e non semplicemente una catena di sciagure. Del resto, lo stesso fatto che la Vergine avesse chiesto di renderlo noto entro il 1960 – ovvero prima del decisivo e rivoluzionario Concilio Vaticano II – e il fatto stesso che invece il pontefice istitutore del Concilio e i suoi successori per ben 40 anni – ovvero, l’intera epoca del postconcilio – si fossero guardati bene dal rivelarlo; la stessa patetica sceneggiata del 26 giugno; ma, soprattutto, il disastro quotidiano della fede, della teologia, della liturgia, della morale, all’interno della Chiesa stessa; dimostravano chiaramente che il segreto non poteva non concernere la crisi della Chiesa. Inoltre, quella frase fatidica, “Il Portogallo non perderà il dogma della fede”, non può essere messa lì a casaccio: era troppo invitante verso tale interpretazione.
Così, vi fu chi non
credé al testo e vi fu chi disse che il testo è vero, parte integrante del
segreto, che però certamente non fu rivelato appieno. Ovvero, fu omessa
volutamente la parte riguardante la crisi della Chiesa, terminante appunto con
il riferimento al Portogallo. E, ovviamente, con la promessa del trionfo del
Cuore Immacolato nella storia umana.
Chi scrive, fin da
subito, aderì a questa seconda interpretazione. La parte nota del segreto è a
mia opinione vera perché, parlando comunque di sciagure, guerre, morti, stragi,
vescovi uccisi (di cui uno "vestito di bianco": interessante e
inquietante notazione, vero?), penitenza, sangue raccolto dall’angelo, ecc.
ecc., è chiaro segno dell’apocalittica tradizionale, perfettamente in linea con
tutte le rivelazioni celesti classiche, ovvero quelle certe e riconosciute, e
non in linea con quasi tutto l’apparizionismo postconciliare odierno, fatto
solo di irenismo dialogante e misericordismo d’accatto. Insomma, per essere più
chiari: se l’avessero inventato di sana pianta, lo avrebbero inventato
differente, più adatto alla Chiesa conciliare e al cristianesimo beota odierno.
Inoltre, quella croce di sughero, le frecce, ecc., sono elementi molto strani,
che non fanno pensare a un’invenzione umana.
Ma proprio per questo
resta il fatto imperdonabile che ancora oggi, dopo quasi 60 anni dal limite
posto dalla Vergine, il segreto non sia stato interamente rivelato. Del resto,
come il lettore saprà, in questi anni sono stati scritti libri importanti che
sostengono e chiariscono questa visione delle cose.
Né è mai stata fatta la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato da parte del papa in unione con tutti i vescovi del mondo. Sono state fatte varie consacrazioni, ma sempre e solo dal papa o da un gruppo di vescovi. E comunque del mondo, ma mai della Russia nello specifico.
D’altro canto, è fuori di dubbio che la Russia di oggi non è più la Russia bolscevica. Ma non è solo questo il punto. Il punto più grave è che quelli che ieri erano ritenuti i “buoni” sono i cattivi di oggi, e la Russia non rientra più, oggi, in questa categoria, ma anzi è da essa odiata. Che siano gli USA (specie quelli liberal), che sia la UE, che sia la finanza internazionale. Troppo è cambiato oggi nel quadro della politica internazionale.
Né è mai stata fatta la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato da parte del papa in unione con tutti i vescovi del mondo. Sono state fatte varie consacrazioni, ma sempre e solo dal papa o da un gruppo di vescovi. E comunque del mondo, ma mai della Russia nello specifico.
D’altro canto, è fuori di dubbio che la Russia di oggi non è più la Russia bolscevica. Ma non è solo questo il punto. Il punto più grave è che quelli che ieri erano ritenuti i “buoni” sono i cattivi di oggi, e la Russia non rientra più, oggi, in questa categoria, ma anzi è da essa odiata. Che siano gli USA (specie quelli liberal), che sia la UE, che sia la finanza internazionale. Troppo è cambiato oggi nel quadro della politica internazionale.
Il terzo segreto,
insomma, terror panico del clero odierno, deve ancora avverarsi, come è ovvio
che sia e come perfino Benedetto XVI ha ammesso. Sia nel suo aspetto tragico
come descritto da suor Lucia, sia nel suo aspetto ancora occultato, ovvero
nella crisi della Chiesa. Non nel senso che questa debba ancora cominciare: non
solo è ormai vecchia di almeno 50 anni (ma chi si intende di queste cose sa
bene che è ancor più vecchia), ma ha raggiunto, specie da quattro anni a questa
parte, livelli di parossismo dissolutorio inimmaginabili , che si aggravano
progressivamente e lasciano già capire quali saranno gli esiti ultimi se Dio
non interviene.
Stiamo insomma
vivendo, a cento anni esatti da quel 13 luglio 1917, la follia generale della
morte di un intero mondo e di un’intera società. Perfino, ovviamente
apparentemente, della Chiesa come è stata per duemila anni e come l’ha voluta
il suo Fondatore. Sarà un caso? La Madonna, contro ogni teoria moderna, fece
vedere l’inferno, per ricordarci che esista la condanna eterna. La Madonna,
nell’ultima apparizione, mostrò – mentre il sole danzava dinanzi a tutti – ai
veggenti Gesù Bambino che benediva l’umanità intera, a ricordarci che esiste il
premio eterno. E che la nostra vita si gioca in una scelta che in tutti i casi
ha il valore dell’eternità.
La Madonna ci ha
descritto anche gli esiti della storia contemporanea, sia facendoci intravedere
le immani tragedie che ci sono state e ci saranno, sia promettendoci il suo
finale trionfo nell’epocale scontro con il serpente. Ci ha fatto insomma capire
l’immenso valore metastorico dei nostri giorni.
A noi non resta che accettare o rifiutare tutto questo e compiere così la nostra scelta di campo, senza titubanze, ripensamenti, compromessi, patetiche furbizie.
Tenendo presente ciò che nessuno quasi mai ricorda: ovvero, che nella prima apparizione del 13 maggio, la Madre di Dio concluse il suo primo messaggio con le testuali parole: “Poi tornerò una settima volta”.
A noi non resta che accettare o rifiutare tutto questo e compiere così la nostra scelta di campo, senza titubanze, ripensamenti, compromessi, patetiche furbizie.
Tenendo presente ciò che nessuno quasi mai ricorda: ovvero, che nella prima apparizione del 13 maggio, la Madre di Dio concluse il suo primo messaggio con le testuali parole: “Poi tornerò una settima volta”.
Ecco, anche in che
senso, Fatima non è conclusa. Manca l’apparizione finale del trionfo del Cuore
Immacolato di Maria, ovvero la resa dei conti di tutta la storia dei nostri
miseri tempi. E per questo, come soleva dire Padre Pio, Maria è la ragione di
tutta la mia speranza!
P.S.: la foto fu scattata proprio il 13 luglio 1917, subito dopo
l'apparizione e quindi la visione
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