lunedì 19 aprile 2010

cinque anni fa

19 aprile 2005

Annuntio vobis gaudium magnum;
habemus Papam:

Eminentissimum ac Reverendissimum Dominum,


Dominum Josephum


Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalem Ratzinger


qui sibi nomen imposuit Benedicti XVI






DEO GRATIAS et AD MULTOS ANNOS
BEATISSIME PATER

Più passa il tempo è più si comprende la grande grazia che il Signore ha concesso alla Sua Chiesa scegliendo per Lei un Papa come Benedetto XVI. Preghiamo per il Papa Benedetto. Preghiamo che il Signore Lo conservi, Gli doni vita e salute, Lo renda felice sulla terra e Lo preservi dalle insidie dei Suoi nemici. “Cari fratelli e sorelle, dopo il grande Papa Giovanni Paolo II, i signori cardinali hanno eletto me, un semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore. Mi consola il fatto che il Signore sa lavorare ed agire anche con strumenti insufficienti e soprattutto mi affido alle vostre preghiere. Nella gioia del Signore risorto, fiduciosi nel suo aiuto permanente, andiamo avanti. Il Signore ci aiuterà e Maria sua Santissima Madre starà dalla nostra parte. Grazie”. Così si presentava ai fedeli accorsi in piazza San Pietro il nuovo papa Benedetto XVI, martedì 19 aprile 2005, nel secondo giorno del Conclave chiamato ad eleggere il successore di Giovanni Paolo II. In moltissimi si rallegrarono allora e si rallegrano oggi e chi avuto modo di conoscere, di ammirare e di seguire il Card. Joseph Ratzinger attraverso i suoi scritti a partire dal famoso libro intervista con Vittorio Messori “Rapporto sulla fede” del 1984 non ha saputo trattenere l’emozione e la gioia all’annuncio del Cardinale Protodiacono Jorge Arturo Medina Estévez “Annuntio vobis gaudium magnum; habemus Papam: Eminentissimum ac Reverendissimum Dominum, Dominum Josephum…”, Josephum, Giuseppe, Joseph…non poteva che essere lui, il grande Cardinale Prefetto della Congregazione per la Dottina della Fede, il Decano del Sacro Collegio, colui che aveva fatto vibrare il cuore di molti durante l’omelia della Messa esequiale del compianto papa Giovanni Paolo II, colui che aveva fatto squillare la tromba della riscossa con l’omelia della S. Messa pro Eligendo Pontifice del giorno prima, colui che era dato come favorito, che era entrato papa in conclave questa volta non ne era uscito cardinale, ma Sommo Pontefice della Chiesa Universale: Benedetto XVI, un nome che richiama il santo abate patrono d’Europa e il pontefice della Grande Guerra e delle Apparizioni di Fatima. “Benedetto, Benedetto, Benedetto” sono stati i giovani ad acclamarlo, un nuovo Padre di una Madre che sorrideva dopo i giorni del lutto. La gioia cristiana e lo stupore che trasparivano dal suo volto nel vedere la folla che lo acclamava gli hanno tenuto alte le mani in un saluto che ha ricordato al mondo la forza e la vitalità della Chiesa. Quanti ricordi si sono intrecciati in pochi minuti. “Un semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore” così si è definito il nuovo papa tedesco annullando così l’impronta lasciata da un altro tedesco che fu definito un cinghiale entrato nella vigna del Signore: Martin Lutero; ma quello che più impressiona è la data: Perché? Perché papa Benedetto XVI è stato eletto il giorno di San Leone IX, tedesco anche lui, ultimo papa della Chiesa indivisa prima dello scisma d’Oriente: papa Leone IX morì infatti il 19 aprile del 1054 e il 16 luglio dello stesso anno si verificò la rottura (scisma) tra la Chiesa d’Occidente e quella d’Oriente in seguito allo scontro fra i legati romani, guidati dal cardinale cluniacense Umberto di Silva Candida e il patriarca di Costantinopoli Michele Cerulario. Che Papa Benedetto XVI possa vedere risanata questa ferita ancora sanguinante del Corpo mistico di Cristo?