sabato 14 maggio 2011

Universae Ecclesiae: una speranza per tutta la Chiesa

È stato pubblicata finalmente l'istruzione applicativa Universae Ecclesiae per quel che riguarda il Motu Proprio più famoso degli ultimi secoli.

Tutto sommato ottimo, ma prevedibilmente c'è qualche nota dolente. Per esempio al punto 21, quando si dice che gli ordinari diocesani sono pregati... (non "obbligati"); nei seminari si dovrebbe... (non "si deve"); eccetera. Dunque le persecuzioni contro la Messa "tridentina" continueranno.

Inoltre dice ai punti 30-31 che si potranno conferire gli ordini minori e maggiori secondo il rito tradizionale solo negli istituti di vita consacrata e società di vita apostolica dipendenti dalla pontificia commissione Ecclesia Dei.

Come al solito tace della diocesi ambrosiana (che, quando si vedrà piovere addosso il cardinal Meforio, potrà dire addio per sempre al latino).

Ma vediamo finalmente le cose buone dell'Universae Ecclesiae... in sintesi:

- dice che il Summorum Pontificum è per tutti i fedeli, non solo per nostalgici e lefebvriani, e non pone limitazioni alla quantità di messe "straordinarie"

- dice che il Summorum Pontificum è "espressione del Magistero del Romano Pontefice", ossia che non è un semplice documento disciplinare

- i vescovi dovranno far rispettare il Summorum Pontificum e non potranno dare disposizioni per contraddirlo (resta da vedere se e come verranno puniti quando sicuramente lo faranno)

- non c'è bisogno di un "numero minimo" di fedeli per costituire un gruppo stabile, e non c'è bisogno che appartengano alla parrocchia o diocesi, e neppure devono essere "legati da tempo" alla forma Straordinaria. In pratica, qualsiasi gruppo di persone che frequenta una chiesa può essere identificabile come gruppo stabile

- per il sacerdote che la dovrà celebrare sarà sufficiente pronunciare il latino e capire cosa significa; se ha già celebrato "spontaneamente" qualche volta, allora è già da considerarsi idoneo

- i parroci, amministratori parrocchiali, rettori, etc, non potranno proibire celebrazioni in latino

- le letture possono essere fatte: o solo in latino, o in latino seguite dall'italiano, oppure (nelle messe basse) solo in italiano

- i chierici potranno usare i Breviarium del '62 ma "solo per intero" e "solo in latino"

- si potrà celebrare il Triduo in forma straordinaria perfino nelle parrocchie dove si celebra già in forma ordinaria

- dice che il Summorum Pontificum deroga alle leggi successive al '62, per cui le innovazioni successive (comunione "alla mano", chierichette, ministri straordinari, etc) che confliggano col rito del '62, non sono da applicarsi alla forma straordinaria

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Ecco il testo con le traduzioni in varie lingue:

 
 
tratto da letturine