Crisi del Vaticano o crisi della fede?
di Fabrizio Cannone
di Fabrizio Cannone
Nelle ultime settimane sembra essersi scatenata all’interno dei Sacri
Palazzi, una lotta di potere, a base di fuga di documenti riservati, manovre di
disinformazione e illeciti di vario genere. Le carte portate a conoscenza del
pubblico per la verità non rivelano particolari malefatte di questo o quel
prelato, né tanto meno del Santo Padre. Ciò che effettivamente desta stupore,
angoscia e perplessità è la situazione di semi-anarchia che di fatto vige anche
nella sponda più nobile del fiume Tevere.
Taluni, davanti alle
sparate dei giornali laici, sempre avidi di gossip
ecclesiastici, parlano della Curia Romana come il ricettacolo della
malavita, il luogo in cui, per eccellenza, tutto è corrotto, e non a caso, ma
per sua stessa natura. Costoro, a cui la storia, anche ecclesiastica, insegna
ben poco, sembrano proporre un sottile ricatto alle legittime autorità della
Chiesa: visto che voi, pur tra i tanti aggiornamenti post-conciliari, non volete
cedere nel mantenimento della forma monarchica (e non democratico-elettiva) del
Papato – né sul celibato, né sul sacerdozio femminile et
similia – siete corresponsabili degli abusi, tipici delle vecchie Corti di
potere di questo o quel sovrano.
Le cose, in
verità, sono da vedersi in modo diametralmente opposto. E’ stata proprio la tendenza, già protestante, poi modernista, quindi
post-conciliare, favorevole al potere dal basso, all’auto-governo e al rifiuto
del diritto penale nella Chiesa ad aver fatto prosperare la presente crisi.
Già scrivendo ai cattolici d’Irlanda, a proposito degli abusi del clero sui
minori, Benedetto XVI segnalava il rapporto di collateralità e con-causalità tra
la mentalità larga degli anni del Concilio e la mancata repressione dei delitti,
la quale ha indubbiamente favorito e incoraggiato il male della pedofilia, e
così tutti gli altri mali.
A forza di
identificarsi col mondo, e molto meno col Cristo, la Chiesa ha iniziato ha
pensarla a poco a poco come il mondo, il quale dalla Rivoluzione
francese in qua, continuamente predica la “libertà” e parallelamente condanna
“l’autorità”. Ma senza autorità, la libertà prima o poi diviene arbitrio,
licenza, libertinaggio e legge del più forte. E oggi i forti sono i potentati di
stampo laico-massonico-finanziario, i quali fanno il bello e il cattivo tempo
non solo nell’economia, loro dominio di predilezione, ma ciò che è più grave
nella politica e nella cultura. D’altra parte se i sacerdoti cattolici non si
formano più alla scuola dell’Imitazione di Cristo e degli
Esercizi Spirituali di sant’Ignazio, ma si (de)-formano
seguendo i nuovi cantori teologici della modernità e dell’aggiornamento no limits, la ricerca della perfezione e del distacco dalla
mediocrità (il cui nome è legione) diviene merce rara e perfino vista come
inutile.
Se nella scelta
dei Vescovi prevale, non la fedeltà al Vangelo sine glossa e
la vita retta e pia, ma la capacità di rapportarsi dinamicamente al
contesto culturale in perenne evoluzione, perché meravigliarsi se questi Pastori
non vigilano il gregge loro affidato? E se, in ultima analisi, il Paradiso è
dato gratis a tutti e ad ognuno, perché, meravigliarsi se
nelle difficoltà della vita e nelle tentazioni il prelato di turno antepone i
propri interessi economici e di carriera, a quelli della Chiesa? La fosca luce
gettata, a partire dal Concilio, su ogni forma di “moralismo”, “integralismo”,
“dogmatismo”, “autoritarismo” non ha forse comportato il prevalere, nelle
cattedre, nelle Commissioni e nelle Curie, di una generazione di presuli, il più
lontano possibile da ogni intransigenza? Ma senza intransigenza come vincere la
carne, il peccato e il mondo?
Che il Pontefice
e quei Vescovi che zelano la restaurazione della Chiesa, ora tutta in
rovina, non solo non deflettano dalla sequela di Cristo, ma ribadiscano con più
veemenza che la dottrina cattolica non è negoziabile, che il Vangelo non cambia,
che l’autorità della Chiesa sarà sempre monarchica, e che è proprio la perdita,
in moltissime anime, di queste certezze, la causa più profonda degli scandali
attuali. Vi sarà una purificazione, certo, ma non nel compromesso col mondo
moderno ammorbato da tanti virus, bensì nella lotta contro di esso e della sua
mentalità atea, agnostica e anticristiana. Instaurare omnia in
Christo! (Fabrizio Cannone)
tratto da: Corrispondenza romana
tratto da: Corrispondenza romana