La vendetta dell'Associazione
patriottica: Mons. Ma Daqin sotto indagine
di Jian Mei
di Jian Mei
Il sito ufficiale del Consiglio ha pubblicato oggi una nota,
controfirmata dall’Associazione patriottica, accusando il vescovo di aver
violato "in modo grave" il regolamento sulle ordinazioni episcopali. Ad Harbin,
fonti di AsiaNews denunciano “difficoltà” per due sacerdoti della Chiesa
ufficiale che si erano opposti all’ordinazione del 6 luglio scorso.
Shanghai (AsiaNews) - Mons. Thaddeus Ma Daqin, vescovo ausiliare di
Shanghai, è indagato per aver violato "in modo grave" il regolamento sulle
ordinazioni episcopali in Cina. Lo confermano oggi l'Associazione patriottica e
il Consiglio dei vescovi cinesi con una nota. Tuttavia, il documento non spiega
in quali termini mons. Ma Daqin avrebbe violato la norma. Inoltre, fonti
cattoliche di AsiaNews ad Harbin (Heilongjiang) riferiscono
che due sacerdoti della Chiesa ufficiale sotto il controllo del governo stanno
avendo problemi con le autorità religiose locali, per essersi opposti
all'ordinazione illecita del 6 luglio scorso (v. 06/07/2012, "L'ordinazione illecita ad Harbin rafforza il partito degli
'scomunicati'. Liberato l'amministratore apostolico fedele al papa").
Secondo quanto si legge nel sito ufficiale del Consiglio dei
vescovi cinesi, la nota di oggi su mons. Ma dice: "Sui quesiti sollevati nei
giorni scorsi circa le regole [da seguire] per l'ordinazione del vescovo
coadiutore di Shanghai, il portavoce del Consiglio dichiara: il 7 luglio, le
azioni del vescovo coadiutore della diocesi di Shanghai hanno violato in modo
grave il regolamento sull'ordinazione episcopale del Consiglio dei vescovi in
Cina". Per questo, prosegue, "il Consiglio sta indagando e valutando il
caso".
Intanto, mentre i media internazionali continuano a concentrarsi
sul "riposo" di mons. Ma (v. 09/07/2012, "Deve 'riposare' in seminario il coraggioso vescovo ausiliare di
Shanghai"), la diocesi di Shanghai rompe il silenzio e annuncia sul proprio
sito che il vescovo è in "ritiro personale", negando "tutte le accuse che lo
indicano detenuto, agli arresti domiciliari o scomparso", che sono "soltanto
pettegolezzi". Tuttavia, il messaggio non si riferisce a lui come "vescovo" ma
solo come "Ma Daqin".
La nota di Shanghai, apparsa sotto il nome di "portavoce della
diocesi di Shanghai", sottolinea che "Ma in persona ha richiesto e ottenuto il
consenso del vescovo Aloysius Jin Luxian [per andare in ritiro]. Dall'8 luglio
scorso, egli è in ritiro al santuario di Sheshan, dove spera di non essere
disturbato".
Ad AsiaNews i webmaster di alcuni siti cattolici
della Cina continentale hanno detto che da ieri funzionari religiosi li hanno
avvertiti di cancellare ogni notizia legata all'ordinazione di mons. Ma.
Nei giorni scorsi, le discussioni e i commenti apparsi su vari
forum online e di gruppi cattolici sono stati molto attivi, in particolare
nell'esprimere sostegno alla coraggiosa azione di mons. Ma, e nell'esortare gli
altri vescovi di seguire il suo esempio. Tuttavia, altri hanno espresso
disaccordo circa la mossa del vescovo (chissà perchè n.d.r.).