«non sono stati impediti gli
equivoci, l’ambiguità e soprattutto non è stata impedita la presunzione, non
l’ambizione e il risentimento, non la superficialità e la volontà di un
rinnovamento che voleva essere uno scardinamento, uno sradicamento della
tradizione dogmatica, una diminuzione della tradizione spirituale».
Tognetti dice che «se dunque
è vero che lo Spirito Santo assicura l’infallibilità del Concilio, non ne
assicura però l’efficacia: egli [Barsotti] per questo criticò i Padri conciliari
che non vollero impegnare l’infallibilità del loro magistero […]».
Ancora Don Divo:
«Non hanno voluto [i Padri
conciliari] condannare l’errore e hanno preteso di “rinnovare” la Chiesa, quasi
che il “loro” Concilio potesse essere il nuovo fondamento di
tutto».
«[…] la pletora dei
documenti, la loro lunghezza, spesso il loro linguaggio, mi fanno
paura».
Don Divo Barsotti, dice
Tognetti, «arrivò a pensare che la paurosa crisi della Chiesa post-conciliare
fosse proprio derivata “dalla leggerezza di aver voluto provocare e tentare il
Signore”».
Disse tutto ciò un profeta -
vero.