LA DOTTRINA
NON E' MAI BARATTABILE
Pubblichiamo l'Editoriale del numero di Gennaio 2015
di "Radicati nella fede"
LA DOTTRINA NON E' MAI BARATTABILE
Editoriale "Radicati nella fede" - Anno VIII n° 1 - Gennaio 2015
Finalmente è arrivata. È arrivata
come dono natalizio quasi inatteso, tanto la si è aspettata. È
arrivata come benefico dono per chi ne vuole approfittare. Che cosa è
arrivata, direte voi? ma l'edizione in lingua italiana de “La
Riforma Liturgica Anglicana” di Michael Davies!
In questi anni ne abbiamo dato ampi
stralci su questo bollettino e sul nostro blog, ma mancava la
pubblicazione completa della traduzione italiana. Ora, grazie a Dio,
c'è.
Questo primo editoriale dell'anno
vuole essere semplicemente un sentito invito, perché molti prendano
in mano questa bella opera e si immergano nella sua lettura. Lo
facciamo con calda decisione, perché per noi fu fondamentale
l'incontro con le pagine di Davies. Non possiamo dire che
costituirono l'unica motivazione del nostro passaggio al rito antico,
ma certamente contribuirono a rischiararne definitivamente le
ragioni.
Sì, perché di ragione si tratta. Nel
Cattolicesimo ci si muove per delle ragioni, si decide, si sceglie e
si opera in un senso o in un altro per delle ragioni, che
l'intelligenza illuminata dalla Grazia riconosce. Non è il
sentimento o il gusto personale che determinano l'agire, ma la
ragione. Ecco perché nella Chiesa non si sacrifica mai la Dottrina.
Non c'è divario tra Dottrina e Santità, tra Dottrina e Carità, tra
Dottrina e Preghiera, tra Dottrina e Fede! Il neo- modernismo
popolare di oggi, di bassissimo livello, ha introdotto di fatto
questo divario, per cui molti dicono che importante è vivere bene;
non importa come e cosa credi, non è importante la dottrina. C'è,
nel vissuto della Chiesa di oggi, una disistima della Dottrina, a
favore del fare esperienza di fede: ma come si può fare esperienza
vera di Dio se, disistimando la Dottrina, ci si riduce a vivere “cose
religiose” disancorate dalla Rivelazione di Dio?
Perdonate la digressione, ma è solo
per ribadire che nel testo di Davies vi sono offerte, in modo chiaro
e sintetico, le ragioni per compiere passi decisivi verso la
Tradizione. Lo diciamo ancora una volta, dopo averlo ripetutamente
scritto su queste pagine: l'abbandono della retta fede, l'abbandono
dell'unità cattolica, la perdita del sacerdozio e dei sacramenti,
non sempre avviene in modo immediato ed esplicito, può avvenire
subdolamente e gradatamente, a causa di graduali riforme del rito
della Messa e degli altri sacramenti; e queste graduali e subdole
riforme non dichiareranno mai qualcosa di esplicitamente eretico, ma
taceranno sempre più aspetti fondamentali del dogma cattolico. E
cosa capiterà ai cristiani, che per amore di tranquillità non
rifiuteranno in modo chiaro questo processo di decadenza? Capiterà
una graduale trasformazione della loro fede, così graduale da non
avvedersene. Non se ne accorgeranno! Sicuri della loro volontà di
restare cattolici, ma non mossi dalle ragioni, cioè non vigilando
intellettualmente, con la ragione, sulla Dottrina, non si
accorgeranno nel tempo di essersi trasformati, fino a diventare
un'ombra di quello che erano. Prima erano semplicemente cattolici,
poi diventeranno vagamente religiosi, regredendo fino ad una
religione naturale, al naturalismo; sperando che non perdano del
tutto la fede in Dio.
Se non ci sono le ragioni, questo e
altro può capitare!
Fu il caso dell'Inghilterra dopo lo
scisma, lo sapete bene... e se non lo sapete ancora, leggete Davies.
Fu il caso dell'Inghilterra, ma sarà solo il suo caso? Questo lo si
deve capire con la ragione fortificata dalla grazia.
Per questo vi invitiamo a leggere “La
Riforma Liturgica Anglicana”. Ma, leggendo, cerchiamo di cogliere
la logica di questo grande lavoro di Davies. Non cerchiamo solo
qualche notizia che solletichi la nostra passione per la Tradizione o
il nostro scandalo per le innovazioni.
No, cerchiamo la logica che guida
questa illuminante indagine: la Dottrina comanda nella Fede. Non si
può sperare di restare cattolici, di permanere nella grazia, senza
mantenere la retta Dottrina. Per questo la Chiesa con il suo
Magistero, nei secoli, ha difeso e diffuso la retta Dottrina; per
questo ha fatto i catechismi; per questo ha tanto lavorato perché il
popolo non rimanesse nell'ignoranza, ma conoscesse la Rivelazione di
Dio. Ma, ancora prima, per questo, rivelandosi, Dio ha parlato alla
ragione degli uomini!
La Dottrina prevale sempre, non è mai
sostituibile, non è barattabile con altro, neanche con ciò che
sembra santo e spirituale, ma che, se non è dottrinalmente sano,
santo non è in verità. Non ci può essere preghiera gradita a Dio
che non rispetti la Dottrina cattolica, che scaturisce dalla
Rivelazione di Dio. Non ci può essere nessuna azione santa, gradita
a Dio, nessuna opera santa nella Chiesa, che taccia o ometta qualche
aspetto della Dottrina cattolica! E questo è vero anche nell'azione
per eccellenza, nell'opera per eccellenza, che è la Santa Messa.
Questo è vero per tutti.
Per quelli che si modernizzano
facilmente, sempre preoccupati di non restare indietro con i tempi,
per i cattolici che amano il moderno, per intenderci.
Ma è vero, verissimo, anche per i
conservatori, che brontolano sulle novità che li turbano, ma che,
non andando a cercare le ragioni del loro turbamento, non facendo un
lavoro serio sulla Dottrina, restano deboli. E siccome non si può
vivere tutta la vita brontolando, presto o tardi si adattano alle
riforme ambigue, illudendo se stessi che non cambieranno mai la loro
fede. E mentre si illudono, si sono già adattati a molte ambiguità.
Allora, buona lettura dell'opera di
Davies; buon lavoro per scoprire le ragioni dell'amore alla
Tradizione.