Se Gesù fosse un “padre sinodale”?
Questo è il provocatorio titolo di un articolo, di qualche mese, del vaticanista Sandro Magister. Personalmente, ritengo che il Signore non faccia altro che ribadire ciò che ha detto una volta per tutte due mila anni fa: non credo sia interessato più di tanto a discussioni pseudo-teologiche su falsi problemi.
Si avvicinarono al Signore i “periti sinodali” Carlo Rane, Piero Testa di Chicco, Edoardo Schillacci, Enrico De Luca, Mario Ivano Congaro, Battista Metzi, Bernando Taringo, Arnoldo Fungo, Gianni Marri, Domenico Ghenu, Ugo Baldassarri, Walter Casperi, Chiaro Forti, Tonino Spartaro, Vittorio Fernandi, Vincenzo Bianco, Leo Buffo, Giovanni Gennarini, Vitaliano Balcuso, Gustavo Guttieri per metterlo alla prova, e gli chiesero: «È lecito dichiarare nulli alcuni matrimoni per determinate ragioni o divorziare per le stesse ragioni?».
Ed egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l’uomo non lo separi».
Gli obiettarono: «Perché allora le chiese ortodosse concedono seconde e terze nozze? Perché la Chiesa latina ha istituito la Rota romana?».
Rispose loro Gesù: «Perché hanno ceduto alle indebite pressioni dei potenti dell’epoca, così come voi oggi avete ignobilmente ceduto alla mentalità dominante, diffusa dal principe di questo mondo per mezzo dei suoi governi massonici. Ma nessuna autorità, sulla terra, neppure il mio Vicario, ha il potere di sciogliere o dichiarare nullo un matrimonio sacramentale valido.
Perciò vi dico: Chi divorzia e sposa civilmente un’altra persona, commette adulterio. Chi ottiene una dichiarazione di nullità di un matrimonio valido per avere una cerimonia religiosa con un’altra persona, commette adulterio. Dio non può essere ingannato».
Più tardi, il Papa e i padri sinodali lo interrogarono anch’essi su questo argomento, elencandogli alcune situazioni pastorali difficili o irregolari. Ed Egli rispose loro: «Coloro che sono sposati e sono separati, si riuniscano di nuovo: con perdono e sincerità! Chi è sposato ed è separato, e vive con un altro uomo o con un’altra donna con cui ha contratto nozze civili, deve dividersi o vivere come fratello e sorella nella stessa casa. I due non possono vivere come marito e moglie, perché non lo sono. Se uno dei due è libero e sente la necessità della vita coniugale, deve sposarsi. Ma non può commettere adulterio!».
Il Papa e i padri sinodali osservarono: «Allora non conviene sposarsi!». Egli rispose loro: «Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».