IL CARD. Burke ai vescovi
del compromesso:
il giudizio sarà davanti a Dio, non alla CONFERENZA EPISCOPALE
«Nel 2004 avevo chiesto ai politici cattolici di porre
le loro azioni pubbliche coerentemente con la legge morale insegnata dalla
Chiesa, altrimenti non sarebbe stato più possibile per loro ricevere la santa
comunione. Poiché è uno scandalo violare pubblicamente la legge morale e dopo
accedere alla comunione. Nel 2004, quando fui trasferito dalla diocesi di La Crosse
a quella di St. Luois, i giornali ripresero questa affermazione da me fatta.
Poco dopo, nell’incontro estivo della conferenza episcopale degli Stati
Uniti, che si tenne a Denver, ci fu una viva discussione su questa pratica
disciplinare della Chiesa. Alcuni dei miei confratelli affermarono che non era
necessario punire i politici il cui operato politico fosse disordinato. Per me
non si trattava di punizione, ma semplicemente di constatare che alcuni non
erano disposti a ricevere la comunione. Un vescovo allora mi disse:
«Monsignore, voi non potete dire queste cose, perché la conferenza dei vescovi
non si è ancora pronunciata a proposito». Gli risposi che la conferenza dei
vescovi non può sostituire la missione del vescovo nella propria diocesi, che è
quella di governare il proprio gregge e di annunziare la fede. E aggiunsi:
«Monsignore, nel giudizio finale, comparirò davanti al Signore, non davanti
alla conferenza episcopale!».
Guillaume d’Alancon, Entretien avec le cardinal Burke. Un cardinal au coeur de l’Eglise, Artege, pp. 71-72
Guillaume d’Alancon, Entretien avec le cardinal Burke. Un cardinal au coeur de l’Eglise, Artege, pp. 71-72