Il vicario apostolico in una delle città più tormentate del Paese: "L'intervento di Putin è importante non solo per le operazioni militari ma anche perché promuove attivamente il processo di pace"
Una vera e propria "salvezza": così il vescovo cattolico di Aleppo George Abu Khazen saluta l'intervento russo in Siria in un'intervista a Rt.
Mentre sullo sfondo di faticosi negoziati di pace il Paese continua ad essere dilaniato dalla guerra civile, il titolare di una delle diocesi (anzi, per essere precisi si tratta di un vicariato apostolico) più travagliate del mondo non teme di assegnare meriti e responsabilità della situazione attuale. E lo fa inziando a riconoscere il ruolo della missione militare voluta da Vladimir Putin contro il terrorismo e a sostegno del regime di Assad.
"Per noi l'intervento russo costituisce un vero tentativo di combattere il terrorismo - spiega il vescovo - Ma la cosa più importante è che le operazioni militari vanno di pari passo con la promozione del processo di pace. La maggioranza del popolo siriano vede la campagna militare russa come una salvezza, come una via di fuga dalla situazione in cui ci siamo trovati impantanati negli ultimi cinque anni."
"Questo - prosegue il francescano inviato ad Aleppo da papa Bergoglio nel 2013 - perché l'azione dei russi non si limita alle operazioni militari: la Russia promuove il dialogo fra le varie componenti della società siriana e gioca un ruolo molto positivo nello stimolare il processo di pace."
Le dichiarazioni del vescovo giungono appena una settimana dall'incontro di papa Francesco con il patriarca della chiesa ortodossa di Russia, Kirill. Un incontro che ha segnato una tappa storica nel processo di avvicinamento tra le chiese d'Oriente e di Occidente e che anche in Medio Oriente sancisce una ritrovata comunità d'intenti fra le differenti confessioni cristiane.