Pubblichiamo l'editoriale di Aprile 2019
di "Radicati nella fede"
TRADIZIONE E CHIESA
TRADIZIONE E CHIESA
Editoriale di "Radicati nella fede" - Anno XII n° 4 - Aprile 2019
“Da questo conoscete lo Spirito di
Dio: ogni spirito, il quale riconosce pubblicamente che Gesù Cristo
è venuto nella carne, è da Dio; e ogni spirito che non riconosce
pubblicamente Gesù, non è da Dio, ma è lo spirito
dell’Anticristo…” 1 Giovanni 4, 2-3.
Se c'è una cosa urgente, se c'è una
cosa non rimandabile è proprio questo riconoscere Gesù Cristo
venuto nella carne. Non potremmo dare a questa quaresima e alle
prossime feste pasquali contenuto più adeguato; come non potremmo
trovare lavoro più essenziale a tutta nostra vita.
Ogni spirito, il quale riconosce
pubblicamente che Gesù Cristo è venuto nella carne è da Dio:
abbiamo qui anche il supremo criterio per sapere cosa, e chi
soprattutto, è cattolico, e chi no.
Solo che anche di questo criterio
rischiamo di fare una frase astratta. Qualcuno dirà che certamente
riconosce che Gesù è vero Dio e vero uomo! Certo che sì, ma
occorre domandarsi se questa suprema verità diventa anima e criterio
di ogni giudizio e azione; se diventa sguardo con cui affrontiamo
l'esistenza e impeto con cui ci mettiamo all'opera.
Gesù Cristo è venuto nella carne,
non è una formuletta da catechismo, sarebbe troppo poco e
ingannevole. Il peccato ci fa essere spiritualisti e capacissimi nel
togliere corpo a tutto, anche alle verità più sante.
Gesù Cristo è venuto nella carne: ma
dove è affermata l'Incarnazione in tutta la sua scandalizzante
potenza? nel suo estremo implicarsi con la nostra vita? Certamente
nel mistero della Chiesa.
Il Corpo di Cristo è la Chiesa. La
carne di Cristo è la Chiesa.
Chi non riconosce, anche qui non
teoricamente - non basta, è troppo poco! - ma esperienzialmente il
mistero della Chiesa, corpo di Cristo, sua Incarnazione permanente,
si comporta come l'Anticristo.
La Chiesa è tutto per noi, perché
Cristo è tutto. E non si dà un Cristo senza Chiesa, suo mistico
corpo.
Santa Giovanna d'Arco interrogata dai
giudici suoi persecutori disse: “Di Gesù Cristo e della Chiesa io
penso che siano la stessa cosa, e che su questo punto non si debbano
fare difficoltà”. È il grido di un cuore fedele che riassume la
fede di tutti i Dottori della Chiesa.
C'è da domandarsi che coscienza
abbiamo noi della Chiesa e cosa facciamo per essa. Invece di perderci
in quisquilie, facciamo di questa domanda il contenuto dei giorni
santi che vivremo. Tutto questo è la radice della moralità e della
santità.
Nella seconda domenica di quaresima
san Paolo diceva: questa è la volontà di Dio, la vostra
santificazione. Ma non si dà santità che non c'entri con la
Chiesa, altrimenti è uno scimmiottamento umano dell'Anticristo.
Il cristianesimo rivoluziona le morali
umane, quelle che l'uomo si costruisce. Stiamo attenti anche noi a
non costruirci una nostra morale, ma a volere ciò che Cristo vuole.
Ogni morale umana vuole fare il bene e
fuggire il male, ma il problema vero è dove sta il bene.
Il bene per il cristiano è la
costruzione del Corpo di Cristo, perché è solo Cristo che ci salva.
La Santità dunque è l'edificazione della Chiesa: questo è
cristiano, solo questo.
Partiamo da questo per non seguire
l'Anticristo.
Stiamo a questo lavoro con tutto noi
stessi per santificarci sul serio.
La situazione drammatica della Chiesa,
sballottata come una nave nella tempesta da lotte interne ed esterne;
umiliata dagli scandali dei suoi figli e giudicata falsamente dagli
immorali del mondo, deve portarci ad affermare, ancora più
fortemente che mai, che lo scopo del nostro esserci è l'edificazione
della Chiesa, punto e basta.
Il ritorno alla tradizione non ha
altro scopo che riconoscere Gesù Cristo venuto nella carne, e
permanente in quella carne che si chiama Chiesa.
Per che cosa ci rifacciamo alla
Tradizione, se non per difendere la Chiesa? e difendendo la Chiesa,
difendere Gesù Cristo? La Tradizione è la Chiesa stessa, la sua
storia ininterrotta, il suo contenuto trasmesso e difeso per venti
secoli. La Tradizione è la Verità che è Cristo stesso, ed è gli
strumenti di grazia che comunicano Cristo: e tutto questo costituisce
la Chiesa.
L'inganno del demonio, per noi,
sarebbe quello di farci brancare la Tradizione per fare a meno della
Chiesa, come se un contenuto come la Tradizione potesse esistere
senza il suo soggetto che è la Chiesa. Esattamente come i modernisti
sono stati ingannati dal demonio, quando si sono richiamati alla
Chiesa di “oggi” senza il contenuto della Tradizione.
Non si può dividere Cristo dalla
Chiesa come non si può separare la Tradizione dalla Chiesa!
Chi sposta l'obiettivo su altro è
fuori dal cristianesimo, anche se si dice amante della Tradizione.
Forse sarà un naturalista
tradizionale o uno gnostico tradizionale, ma non un cristiano.
Il discepolo di Cristo non divide mai
Cristo dal suo Corpo.
Tutto questo diventa verifica morale,
occasione di pentimento, ma anche impeto di azione, perché il
Signore non ti chiede solo di fruire della chiesa ma di edificarla.
L'individualismo è la bestia nera che tutto rovina, che tutto manda
in putrefazione, anche le cose più belle, perché uccide la Chiesa
in te e attorno a te. E senza la Chiesa non ci sarà Cristo.
Ma anche qui, che non diventi astratto
l'amore alla Chiesa: viviamo uniti, fortemente uniti, la grazia che
Cristo ha destato in noi, allora sarà veramente Tradizione.
Edifichiamo la Chiesa secondo la Tradizione, là dove il Signore ci
ha convocati.