La Riforma liturgica inglese, quella di Cranmer, volta a rendere protestante l'Inghilterra, fu condotta con la motivazione di rendere la Messa più comprensibile e accettabile ai fedeli, di renderla “più partecipata” (è sempre questa la scusa!), peccato che i fedeli, il popolo non ne volle sapere! Non vollero cambiare la Messa e si opposero con una forza di convinzione impressionante. Fu il popolo ad obbligare anche i sacerdoti a resistere, e non viceversa; fu l'insistenza dei fedeli a far ritornare alla vera Messa i preti che obbedienti alle direttive del governo avevano già iniziato a celebrare nel nuovo rito. Iniziamo una serie di citazioni dal libro di M.Davies che ben documenta la resistenza popolare alla riforma della Messa, che arriverà fino al martirio.
La nuova messa, o servizio della santa cena, divenne obbligatoria il 9 giugno 1549, domenica di Pentecoste. “Nella contea di Oxford, il clero rifiutò di adottare il nuovo libro di preghiera e, nel corso dei disordini che segnarono questo periodo, molti dei suoi membri furono messi a morte per ribellione” (M. Powicke, The Reformation in England, Oxford, 1953, p. 81).
Questa nuova messa in inglese aveva per obiettivo il promuovere la partecipazione attiva dei fedeli alla liturgia; ma il genere di attività che suscitò dalla parte della detta assemblea non fu esattamente quella che attendeva Cranmer; questo fu particolarmente vero nel villaggio sperduto di Sampford Courtenay, non lontano da Okehampton, sulle pendici dello Dartmoor, nel Devon. Ancora oggi, con una popolazione che non supera le cinquecento anime che contava già nel 1549, il villaggio sembra essere stato dimenticato dal tempo.
La chiesa parrocchiale, dedicata a Sant’Andrea, è molto bella; le alte campanelle della sua torre sono attaccate da un licheno arancione che dona sempre al suo colore una certa luminosità. Benché la chiesa sia situata in un vallone, la sua torre maestosa si vede pressoché da tutti i punti della parrocchia.
La domenica di Pentecoste, obbedendo all’autorità, il parroco del luogo, William Harper, di settant’anni, utilizzò il nuovo rito. I preti erano passibili di severa pena se rifiutavano di fare uso del libro.
“Il 21 gennaio 1549, il Prayer Book era stato adottato dalle due camere del Parlamento. Il 4 marzo, era approvato dal re. Ormai, ogni prete che avesse rifiutato di adottare il libro sarebbe stato condannato a pagare una multa corrispondente alla rendita del suo beneficio per un anno; la seconda volta avrebbe perso definitivamente tutte le sue rendite beneficiali e sarebbe stato condannato ad un anno di prigione; la terza infrazione sarebbe stata punita con l’ergastolo.
Quanto ai laici, chiunque avesse criticato il libro o avesse trovato un prete per celebrare un’altra forma di culto avrebbe pagato una multa fissata secondo una tariffa progressiva; alla terza infrazione, tutti i suoi beni sarebbero stati confiscati” (P. Caraman, The Western Rising – 1549,Devon 1994, pp. 24-25 ).
Sir Maurice Powicke ha riassunto molto bene in una frase quali furono le conseguenze della legge: “Mentre l’Atto dei Sei Articoli prevedeva di perseguire i novatori, sotto il regime dell’Atto del 1549 sarebbero stati perseguitati coloro che resistevano alle innovazioni e restavano ostinatamente fedeli ai libri e alle pratiche in uso da tempo immemorabile” (Powick, p. 86).
Come cattolici obbedienti, i parrocchiani di Messer Harper erano presenti alla chiesa di Sant’Andrea la prima volta che fu celebrato in questo luogo santo un altro rito eucaristico al posto della messa latina immemorabile. I fedeli ascoltarono il nuovo servizio; ne parlarono tra di loro e, nel corso della loro discussione, constatarono che non piaceva loro. Il lunedì di Pentecoste, sotto la guida del sarto del villaggio, Thomas Underhill, un certo numero di parrocchiani fecero la loro entrata nella sacrestia dove il curato era occupato a rivestirsi dei paramenti; gli domandarono in quale rito stava per celebrare: Per obbedire alla legge in vigore, devo utilizzare il nuovo servizio, rispose: Voi non farete nulla! gridò Underhill (F. Rose- Troup, The Western Rebellion, Londra 1913, p.133).
E gli uomini di Sampford Courtenay per impedire a Messer Harper di utilizzare una seconda volta il nuovo ufficio, gli fecero sapere che erano risoluti nel conservare la fede dei loro padri. Su questo, arrivarono altri paesani, che insistettero tutti perché il prete si servisse dell’antico messale, “e dica la messa a cui erano stati abituati per tutta la loro vita” (J. Cornwall, Revolt of Peasantry-1549, Londra 1977, p.65). Messer Harper “si inchinò davanti alla loro volontà; ed ecco che si riveste subito dei suoi vecchi fronzoli papisti e dice la messa e tutti gli uffici come era abituato a fare prima” (Rose-Troup, p.134).
L’insurrezione dell’Ovest fu ciò che si chiamerebbe oggi una “reazione della base” contro la nuova messa in inglese. Quando si scopre con quale sollecitudine Messer Harper, come la più gran parte del clero, adottò il nuovo rito, la reazione del Consiglio del re non può che suscitare l’ironia: essa incolpa ai preti la responsabilità dell’insurrezione delle regioni dell’Ovest, e parla dello “spirito e delle intenzioni demoniache” con le quali incitavano il popolo, “in confessione e con altri mezzi , a disobbedire con ostinazione alle decisioni del re in materia di religione” (P. Caraman, p.19) . La notizia del ritorno dell’antica messa si diffuse come un fulmine nelle parrocchie vicine, dove gli uomini cominciarono a unirsi a Sampford Courtenay. Pieno di buone intenzioni, un gentiluomo del luogo, Sir Hugh Pollard, di King’s Nympton, se ne venne a cavallo fino al villaggio nella speranza di persuadere i parrocchiani nell’accettare il nuovo servizio prima che la loro protesta arrivasse ad un punto tale da rendere inevitabile l’intervento dei difensori della legge. Ma i paesani non erano dell’umore di accettare un compromesso: “Indovinarono senza problemi ciò che Pollard aveva in testa: richiamarli a restare calmi e ad evitare ogni azione inconsiderata, a dare fiducia ai “signori”, ai gentlemen, e al governo che, nella sua saggezza, aveva prescritto una forma del culto più adatta allo spirito dei tempi che l’antico rito in latino; essendo uomini di buon senso, avrebbero finito per accettare, se solamente avessero voluto veramente farne prova leale; voleva ricordare loro infine il loro vassallaggio al re e le terribili conseguenze che avrebbe portato la ribellione. Ma i paesani avevano già preso il loro partito ed erano decisi a non lasciarsi incantare da belle parole” (J. Cornwall, p. 66).
I giudici di pace del luogo vennero a fare delle rimostranze ai paesani; senza successo.
Sapendo del loro arrivo, i capi dei paesani si consultarono; erano “così impegnati e completamente ancorati nella loro folle posizione che decisero senza esitare di perseverare nella loro impresa colpevole” (Rose-Troup, p. 134). Un gentiluomo di nome William Hellyons mancò talmente di tatto che nel momento in cui lasciò la canonica, mentre era ancora sulle scale, un fattore di nome Lithibridge lo colpì al collo con la sua roncola; “ed ecco che subito, senza ascoltare le sue suppliche e i suoi lamenti, diversi altri si precipitano su di lui, lo uccidono e lo fanno a pezzi”. Fu il primo sangue versato nel Devon.
Messer Harper fece seppellire le spoglie mortali di Hellyons, ma diede ordine di inumarle non alla maniera tradizionale, est-ovest, ma nella posizione nord-sud, per significare bene che era eretico e dunque bandito dalla Chiesa (1Rose-Troup, pp.135-136). La gente dell’Ovest non era affatto dell’umore per discutere; a dire il vero, non avevano affatto la competenza necessaria per farlo. Nel più profondo di loro stessi, sapevano che ciò che difendevano era buono e che quello toccava le loro radici più profonde e il loro destino eterno. Le persone istruite potevano sminuirle e loro non se ne privavano.
Cranmer poteva schernirli; non vi mancò affatto. Ma non sono sempre coloro che possono avanzare gli argomenti più eloquenti per difendere la loro causa che hanno ragione.
La notizia si diffuse “come nuvola spinta da un vento violento e come un colpo di tuono che si sarebbe sparso in tutto il paese; e il popolo ne fu così contento e lasciò così libero corso alla sua gioia, che lo si applaudì e che, con un’anima sola, si decise di agire allo stesso modo in ognuna delle diverse parrocchie” (Rose-Troup, p.136). Essi “agirono allo stesso modo”, in effetti e la messa tradizionale fu ristabilita nelle parrocchie del vicinato.
continua...