Pubblichiamo la seconda parte dell'intervista concessa da Mons. Fellay al Distretto degli Stati Uniti della FSSPX, il 2 febbraio 2011.
IV La beatificazione di Giovanni Paolo II?
29. L’annuncio della prossima beatificazione di Giovanni Paolo II pone un problema?
Un problema grave, quello di un pontificato che ha fatto fare dei balzi in avanti in senso negativo, nel senso del progressismo e di tutto ciò che si chiama «spirito del Vaticano II». Si tratta dunque della consacrazione, non solo di Giovanni Paolo II, ma anche del Concilio e di tutto lo spirito che l’ha accompagnato.
30. Vi è un nuovo concetto di santità dopo il Vaticano II?
C’è da temerlo! È un concetto di santità per tutti, di santità universale. Non è falso dire che vi è una chiamata, una vocazione alla santità per tutti gli uomini, ma è falso abbassare la santità ad un livello che lascia credere che tutti vadano in cielo.
31. Come potrebbero essere permessi da Dio dei veri miracoli per autenticare una falsa dottrina, in occasione delle molteplici beatificazioni e canonizzazioni fatte in questi ultimi anni?
È questo il problema: sono dei veri miracoli? Sono dei prodigi? Secondo me vi sono dei dubbi. Sono molto stupito della leggerezza con la quale si trattano queste cose, per quanto io possa saperne.
32. Se la canonizzazione impegna l’infallibilità pontificia, possiamo rifiutare i nuovi santi canonizzati dal Papa?
È vero che vi è un problema sulla questione delle canonizzazioni attuali. Tuttavia ci si può chiedere se nei termini utilizzati dal Sommo Pontefice vi sia una reale volontà di impegnare l’infallibilità. Per la canonizzazione, questi termini sono cambiati, e sono divenuti meno forti di un tempo. Penso che questo vada di pari passo con la nuova mentalità che non vuole definire dogmaticamente impegnando l’infallibilità. Tuttavia, riconosciamo che su questo ci troviamo su un terreno problematico… Non v’è risposta soddisfacente, se non quella dell’intenzione dell’autorità suprema di impegnare o meno la sua infallibilità.
33. Si può scegliere tra i nuovi santi proposti alla venerazione dei fedeli? Che ne è di Padre Pio?
Penso che non bisogna scegliere. Tuttavia, si possono sempre conservare i criteri che sono stati riconosciuti universalmente in passato, così, quando vi è una massiccia devozione popolare, come per Padre Massimiliano Kolbe o per Padre Pio, la cosa non dovrebbe presentare delle difficoltà. Ma, ancora una volta, in assenza di un giudizio del Magistero dogmaticamente enunciato, qui si tratta solo di opinioni.
34. Per Mons. Lefebvre, conosce degli esempi di grazie ottenute per sua intercessione?
Si, se ne conoscono, e perfino abbastanza. Ma non so se appartengono veramente all’ordine dei miracoli, forse per l’uno o l’altro caso. Quando si tratta di guarigioni non si hanno, a mia conoscenza, tutti i documenti medici necessari. Per intercessione di Mons. Lefebvre sono ottenute molte grazie, ma non mi spingo oltre.
V – La Fraternità San Pio X
35. La Fraternità ha appena festeggiato un importante anniversario. Come può riassumere questi 40 anni?
Una storia entusiasmante… lacrime, molte, in mezzo a grandi gioie. Una delle gioie più grandi è quella di constatare fino a che punto il Buon Dio ci permette di essere associati a molte delle beatitudini che ha predicato nel Discorso della Montagna, come quella di poter soffrire a causa del Suo Nome. E attraverso tutte le vicissitudini della crisi attuale, vediamo che quest’opera continua a crescere – cosa che, umanamente è prossima all’impossibile. È proprio il segno di Dio sull’opera di Mons. Lefebvre.
36. Vi è un aumento delle vocazioni? E se sì, quali sono le cause?
Credo che vi sia una grande stabilità. Amerei vedere più vocazioni. Penso che bisognerà rilanciare delle crociate per le vocazioni. Il mondo in quanto tale è molto ostile allo sbocciare delle vocazioni, è per questo che occorre provare a ricreare dappertutto un clima nel quale le vocazioni possano nuovamente sbocciare. In effetti vi sono molte vocazioni, ma spesso esse non riescono a maturare a causa di questo mondo materialista.
37. Ultimamente, in occasione del Congresso del Courrier de Rome, a Parigi, Lei ha parlato di una riunione di una trentina di sacerdoti diocesani in Italia, alla quale ha assistito. Cos’è che oggi i sacerdoti si aspettano dalla Fraternità?
Questi sacerdoti ci chiedono innanzitutto la dottrina, il che è un segno eccellente. Se essi vengono da noi è sicuramente perché vogliono la Messa antica, ma dopo la scoperta di questa Messa, essi vogliono dell’altro. E vogliono di più perché scoprono tutto un mondo che riconoscono essere autentico. Essi non hanno dubbi che si tratta della vera religione. E allora hanno bisogno di rinnovare le loro conoscenze teologiche. E non si sbagliano, e vanno direttamente a San Tommaso d’Aquino.
38. Questo movimento di sacerdoti che si rivolgono alla Fraternità è, per gradi diversi, lo stesso in tutti i paesi?
Vi sono certamente dei gradi diversi e anche delle cifre diverse a seconda dei paesi. Ma si ritrova un po’ dappertutto lo stesso fenomeno. Il sacerdote, in genere giovane, che si accosta alla Messa tradizionale, che scopre con grande entusiasmo questo tesoro, percorre pian piano un cammino verso la Tradizione, che alla fine lo rende del tutto tradizionale.
39. Ha la speranza che un tale interesse possa raggiungere certi vescovi, al punto da intravedere una futura collaborazione?
Noi abbiamo già dei contatti con dei vescovi, ma per adesso tutto è congelato a causa delle conferenze episcopali e delle pressioni circostanti, ma non c’è dubbio che in avvenire vi potrà essere una collaborazione con certi vescovi.
40. È pronto a tentare l’esperienza della Tradizione con un vescovo, a livello diocesano?
La cosa non è ancora matura, non siamo ancora a questo punto, ma penso che potremmo arrivarci. Sarà difficile, bisognerà valutare da vicino in che modo lo si possa realizzare. Sarà indispensabile che questo si faccia con dei vescovi che abbiano compreso realmente la crisi e che veramente vogliano saperne di noi.
41. I fedeli sono sempre più numerosi. Le cappelle si moltiplicano. Lo stato di necessità è sempre presente. Ha preso in considerazione la consacrazione di altri vescovi ausiliari per la Fraternità? Pensa che oggi Roma possa essere favorevole a delle consacrazioni episcopali nella Tradizione?
Per me, la risposta è molto semplice: vi saranno o non vi saranno dei vescovi a seconda che si verifichino o meno le circostanze che hanno prevalso per la prima consacrazione.
VI – L’espansione della Fraternità San Pio X negli Stati Uniti
42. Monsignore, abbiamo la gioia di vederLa spesso negli Stati Uniti. Le piace venirvi. Un commento?
Il mio commento è questo: io amo tutte le anime che il Buon Dio ci affida, e negli Stati Uniti non sono poche. Ecco tutto!
43. Ha già potuto incontrare il cardinale Burke?
Ho cercato di vederlo diverse volte, ma non l’ho ancora visto.
4. Sono stati numerosi i vescovi che hanno manifestato il loro sostegno alla Marcia per la Vita, uno di essi è anche intervenuto energicamente contro un ospedale che favorisce l’aborto. Vi è la speranza che essi comprendano che la crisi attuale tocca anche la Fede?
Io penso che, sfortunatamente, tra i vescovi attuali bisogna distinguere tra i costumi e la fede. Così che si potranno trovare più vescovi ancora sensibili ai problemi morali di quanti ve ne siano legati alle questioni della fede. Tuttavia, si può dire che se qualcuno difende con molto coraggio la morale cattolica, necessariamente deve avere la fede, e la sua fede ne sarà anche rafforzata… Questo è ciò che spero, pur riconoscendo che vi sono alcune eccezioni…
45. I vescovi americani vogliono rivedere insieme le direttive date da Giovanni Paolo II per le Università. Quali dovrebbero essere, secondo Lei, le misure urgenti da prendere per fare delle Università attuali delle vere Università cattoliche?
La misura urgente, la prima, è il ritorno alla scolastica. Occorre sbaragliare queste filosofie moderne, ritornare alla sana filosofia, alla filosofia oggettiva, realista. Come all’inizio del XX secolo, San Tommaso deve tornare ad essere la norma. Un tempo le 24 tesi tomiste erano obbligatorie. Occorre ritornarvi, è assolutamente necessario. E dopo questa restaurazione filosofica si potrà continuare con lo stesso slancio in teologia.
46. Mons. Robert Vasa de Baker (Oregon) ha recentemente ricordato che le dichiarazioni della Conferenza Episcopale non possono obbligare un vescovo nella sua diocesi. È questa una rimessa in questione della collegialità promossa dal Concilio?
Su questa questione della collegialità non è solo un vescovo che ha parlato. Il Papa stesso, rivolgendosi alla Conferenza Episcopale Brasiliana, ha usato delle parole molto forti, rimettendo al suo posto il ruolo della Conferenza Episcopale e insistendo sull’autorità personale dei vescovi e sulle loro relazioni dirette con il Santo Padre.
47. Il seminario di Winona è il più importante come numero di seminaristi. Come lo spiega?
Penso che questo sia dovuto, molto semplicemente, alla generosità di questo paese che si lascia facilmente entusiasmare per una buona causa.
48. Che fare per moltiplicare le vocazioni sacerdotali e religiose?
Pregare, pregare, pregare! E anche sacrificarsi.
49. Quali sono i punti importanti della Tradizione negli Stati Uniti?
Penso che vi sia questa generosità di cui ho detto prima, ed anche le scuole. Vero è che vi è un numero considerevole di sacerdoti e che ne servirebbero ancora di più, ma direi che ad essere indispensabili sono soprattutto le scuole. Occorre anche incoraggiare l’aiuto alle famiglie tradizionali. Occorre mettere in piedi un movimento per le famiglie, per sostenerle, per formarle. La famiglia è la prima cellula della società. Essa è fondamentale nell’ordine naturale e nell’ordine soprannaturale.
50. Qual è secondo Lei, Monsignore, l’importanza delle scuole?
È un’importanza capitale. È il futuro. La giovinezza sarà cattolica se ha ricevuto una buona formazione. E per questo ci servono delle scuole cattoliche.
51. Le famiglie numerose, perché generose, talvolta sono ridotte a fare la scuola a casa. Cosa raccomanda a quelle che hanno accesso a delle buone scuole?
Quelle che hanno accesso a delle buone scuole non esitino un istante: mandino i figli in queste scuole! La scuola in casa non sostituirà mai una buona scuola. Naturalmente la cosa diversa è se non vi sono buone scuole.
52. Pensa, Monsignore, di indire una nuova crociata del Rosario? Cosa raccomanda oggi ai fedeli?
Sì! La situazione del mondo, la situazione della Chiesa – lo si vede proprio – continua ad essere molto cupa, anche se vi sono dei bagliori di speranza, e questi elementi angoscianti ci obbligano più che mai a raddoppiare l’intensità nella preghiera, nel ricorso alla Santa Vergine. Oggi per i fedeli è indispensabile la preghiera, la preghiera in famiglia, rinnovata, frequente, accompagnata da ciò che forma l’anima cristiana: lo spirito di sacrificio.
VII – Per concludere
53. Monsignore, il prossimo anno Lei festeggerà 30 anni di sacerdozio, di cui 20 a capo della Fraternità San Pio X. Quali sono stati gli avvenimenti più importanti in tutti questi anni?
È tutto un romanzo!… Sicuramente, bisogna citare per primo le consacrazioni! Come avvenimenti importanti figurano anche la gioia di essere stato vicino a Mons. Lefebvre, la gioia di essere stato vicino a Don Schmidberger, e di aver imparato molto al loro fianco; anche la gioia di aver potuto lavorare con gli altri vescovi della Fraternità, come anche con tutti i nostri sacerdoti in un grande slancio di zelo per la Fede, per il mantenimento della Chiesa cattolica.
54. Un auspicio per gli anni a venire?
Che la Chiesa ritrovi i suoi binari! È un’immagine, ma è veramente il nostro augurio. E per questo è necessario che giunga il trionfo del Cuore Immacolato della Santissima Vergine! Ne abbiamo tanto bisogno!
Grazie, Monsignore, per aver accettato di rispondere a questa intervista.
Intervista raccolta nel seminario San Tommaso d’Aquino di Winona, USA, il 2 febbraio 2011,
nella festa della Presentazione di Gesù e della Purificazione della Santissima Vergine