Regia e sceneggiatura: Jim Morlino
Durata: 90 min. + 60 min. di contenuti speciali
Produzione: Navis Pictures, USA 2012
Lingua: inglese
Sottotitoli: francese e spagnolo
Un film interamente dedicato alla vera storia della controrivoluzione
vandeana mancava.
Diverse pellicole negli scorsi anni, anche con protagonisti
eccellenti come il Danton di Wajda con Gerard Depardieu, hanno
considerato vari aspetti della Rivoluzione Francese ma nessuno si è occupato in
particolare della guerra che i contadini della Vandea mossero contro la
rivoluzione.
La lacuna è stata colmata ora da The War of the Vendée (La
guerra di Vandea), prodotto dalla Navis Pictures, piccola casa cinematografica
cattolica con sede a Dansbury, nel Connecticut (USA), fondata nel 2007
dall’attore e regista Jim Morlino.
La casa ha già al proprio attivo l’ottimo St. Bernadette of Lourdes
(2009), e Robin Hood, the good
spirit of Sherwood (2007), che ricostruisce la figura storica dell’arciere
alla luce della dottrina cattolica sulla giustizia sociale ed ha in programma di
realizzare film su soggetti come i Martiri cristiani, Santa Giovanna d’Arco e la
battaglia di Lepanto. I film della Navis Pictures, ovviamente, non hanno accesso
al circuito delle sale cinematografiche ma vengono distribuiti in dvd; di The War of the Vendée sono state
prodotte 5000 copie.
Il film, girato con un budget di 50.000 dollari (cifra che in una
produzione hollywoodiana non basta neppure per i cosmetici), è stato realizzato
con 250 attori non professionisti, tra i 4 e i 20 anni.
Si tratta per la maggior parte di homeschooled, cioè ragazzi
educati e formati in famiglia, che non hanno frequentato le scuole pubbliche, i
cui programmi all’insegna della politically correctness sono svolti su libri sono infarciti di
relativismo e progressismo. L’homeschooling è un fenomeno nato negli USA da diversi anni e che
si va radicando, grazie anche ad un circuito informatizzato di materiali e
supporti didattici che si avvale di docenti e di testi selezionati, e che sta
dando ottimi risultati: i ragazzi, che ogni anno devono sottoporsi agli esami da
privatisti, ottengono valutazioni scolastiche eccellenti in percentuali del
tutto sconosciute nella scuola pubblica. Le prime generazioni di homeschooled, già arrivate
all’università, stanno confermando in pieno l’alta qualità della formazione
ricevuta.
Questa corrente di reazione alle devastazioni della modernità e
post-modernità ha dato vita a molte iniziative in diversi settori, per avviare
una sorta di reconquista
culturale, tra le quali si inserisce anche la produzione audiovisiva come quella
della Navis Pictures.
Il tema scelto per The War of the Vendée offre moltissimi spunti da questo punto di
vista, poiché in Vandea la Rivoluzione francese del 1789 svelò il proprio volto.
Coloro che avevano la pretesa di agire in nome del popolo, per costruire un mondo nuovo di libertà, eguaglianza e
fraternità, compirono uno dei più sanguinosi genocidi della storia, misero
letteralmente a ferro e fuoco un’intera regione, dispersero i superstiti in ogni
angolo della Francia, pur di fermare quella Controrivoluzione che il popolo aveva iniziato in
Vandea.
I contadini vandeani, infatti, sotto la guida di un vetturino,
Jacques Cathelineau, e di un guardiacaccia, Jean-Nicolas Stofflet, avevano
imbracciato le armi contro la Rivoluzione che con la violenza, poi divenuta terrore, aveva squassato la
realtà per intronizzare l’utopia.
Al culmine del delirio rivoluzionario, quando con la decapitazione
del Re Luigi XVI (21.12.1793) fu consumato l’atto supremo e sacrilego che voleva
annientare l’ordine sociale e quello naturale - specchio dell’Ordine
soprannaturale in nome del quale i Re venivano unti – i vandeani, abituati a
misurarsi con la concretezza della vita più che con l’astrattezza
dell’ideologia, si sollevarono in difesa di un mondo che certamente non era
perfetto, ma che era a misura d’uomo, costruito in mille anni di storia ed
ereditato delle generazioni che li avevano preceduti.
La sollevazione della Vandea fu subito Controrivoluzione: quando presero le armi, quei contadini avvezzi alla vanga più che alla spada si presentarono alle residenze dei nobili locali per richiamarli al loro dovere perché si mettessero alla guida di quell’armata che aveva bisogno di capi. Il popolo chiamò i signori alle armi, per difendere e restaurare i cardini sui quali si fondava la realtà che conoscevano: Dio, il Re, la tradizione.
I Generalissimi
che risposero all’appello seppero guidare l’Armata Cattolica e Reale della
Vandea con vero eroismo. Di ciascuno di essi, Cathelineau e Stofflet e poi
Charles de Bonchamps, Louis d’Elbée, Antoine de la Trémoille principe di
Talmont, Henri de la Rochejaquelein, Louis Marie de Lescure, François Athanas de
Charette, si ricordano il coraggio militare e l’onore, espresso in gesta di
altissimo valore umano e spirituale. Nessuno di loro sopravvisse
all’impresa.
La Vandea, dopo la strage, subì la damnatio memoriae e scomparve
dai libri di storia e dalle carte geografiche; quel che rimase della popolazione
fu deportato nei diversi dipartimenti francesi perché i legami familiari e
sociali rimanessero spezzati per sempre.
Ci sono voluti duecento anni perché questa gloriosa pagina della
contro-rivoluzione ritornasse alla luce, grazie alla contestazione contro le
celebrazioni per il bicentenario del 1789. Da allora, tra studi, ricerche,
iniziative culturali e di richiamo turistico ecc., l’altra storia della
rivoluzione francese è stata raccontata in molti modi da un vasto movimento di
recupero della memoria storica, e fa capolino persino in qualche libro di
scuola.
Guarda il
trailer del film
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