NON PREDICANO I
NOVISSIMI, NON ASCOLTATELI!
Per la salvezza eterna dell'uomo, di ogni
uomo, e non per renderlo cosciente di una salvezza già avvenuta: per questo c'è
la Chiesa.
La differenza sta tutta qui. Ormai il
Cattolicesimo in mezzo a noi ha preso un'altra forma, questo fatto è sotto gli
occhi di tutti. La preoccupazione non è più la salvezza delle anime. Chi
frequenta ancora le chiese, difficilmente sentirà predicare questo che è il
cuore del cristianesimo: Nostro Signore Gesù Cristo è l'unico Redentore, occorre
pentirsi e cambiare vita, essere battezzati e accostarsi ai sacramenti, occorre
vivere in grazia di Dio per la salvezza dell'anima nostra. No, di tutto questo
non si parla più. E lo vedremo in questo “Anno della fede”, nel quale, ahimè, si
sarà preoccupati di celebrare le date della Chiesa, ma non si affermerà la
preoccupazione della salvezza delle anime.
Perché tutto questo? Semplicemente perché
dopo il Concilio si è di fatto prodotta una mutazione della fede cattolica, i
cui tragici frutti cogliamo pienamente in questi tempi.
Hanno in testa molti, troppi, quasi tutti,
che la salvezza delle anime è già avvenuta, e che ora bisogna solo rendere
coscienti gli uomini di questo dono dall'alto. È una Chiesa, questa, che ha
spostato tutto sull'umano, sull'antropologia, sul benessere della persona, sulla
ricerca della felicità.
Ma questo è ancora Cristianesimo? Gesù non è
venuto perché senza di Lui non possiamo salvarci? Non è morto in Croce per
liberarci dal potere del Demonio e per riaprirci il Paradiso? Non ha comandato
ai suoi discepoli di predicare il Vangelo sino agli estremi confini della terra
e di battezzare?: “Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, chi non crederà
sarà condannato” ...non è scritto così?
Invano attenderete, nei dibattiti televisivi
sul Concilio, che l'ecclesiastico di turno vi parli della questione della
salvezza eterna. Ma se non è in gioco questo, che ci sta a fare l'ecclesiastico
di turno e la Chiesa stessa? Capita di vedere un Cardinale, quello di Milano, su
“LA7”, sfoderare un irenismo ridicolo e cieco sulla situazione della Chiesa
(“Quando visito le chiese, sono sempre piene”... “Non è vero che c'è crisi”),
sentirlo parlare di un fumoso cristianesimo in un discorso che assomiglia più ad
una lezione di antropologia, reagire infastidito alle chiare affermazioni del
Prof. De Mattei sulla spaventosa crisi seguita al Vaticano II, mentre il laico
di turno, nel caso Giuliano Ferrara, ricorda che occorre parlare anche
dell'Inferno, oltre che della “pienezza umana” portata da Cristo. Siamo a questo
punto: quelli fuori della Chiesa ricordano alla Chiesa l'essenziale, che essa
non predica più.
Ma attenti tutto questo è più che drammatico,
perché cambiare la prospettiva vuol dire cambiare tutto.
Se lo scopo è rendere migliore, più cosciente
la vita di quaggiù, e non la salvezza eterna, siamo di fronte ad una
modificazione profonda del Cristianesimo, siamo di fronte ad una nuova
religione, che non è più quella di Nostro Signore Gesù Cristo. Siamo di fronte
alla religione dell'uomo, e non alla religione di Dio.
Un grande sacerdote santo, il Père Emmanuel
Andrè, chiamava tutto questo “Naturalismo”: tutto è ridotto alla natura,
all'uomo. È il più grande e devastante cancro del Cattolicesimo. E lo stesso
Pére Emmanuel diceva che occorre, di fronte a questo male, essere “uomini di
Dio, uomini di reazione”: entrambe le cose... di Dio e di reazione. Sì: occorre
PREGARE E REAGIRE, dire basta!, non avere più a che fare con coloro che stanno
affossando la Chiesa e la fede Cattolica.
Sono nostri pastori coloro che custodiscono il
cattolicesimo, non coloro che lo svendono trasformandolo in antropologia
religiosa per entrare nei salotti culturali di questa stanca società
occidentale. Come fare per sapere se i pastori sono degni di essere ascoltati e
seguiti? È semplice: se parlano ancora della salvezza eterna, se parlano dei
Novissimi: Morte, Giudizio, Inferno, Paradiso. Se nel loro parlare tutto questo
non compare mai, diffidate, hanno già cambiato la fede.
http://radicatinellafede.blogspot.it/2012/10/non-predicano-i-novissimi-non.html
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