"Tutto è diventato così avvizzito".
Il filosofo Spaemann a cinquant'anni dal Concilio Vaticano II
In una recente intervista 
rilasciata da Robert Spaemann al giornale Die Welt (26 ottobre 2012), il 
filosofo tedesco spiega perché a suo giudizio non c'è motivo, a cinquant'anni 
dal Concilio Vaticano II, per una celebrazione giubilare: "tutto infatti è 
divenuto così avvizzito... È subentrata nella Chiesa un'epoca del tramonto. 
Persone che negano la risurrezione di Cristo rimangono professori di teologia e 
predicano come sacerdoti. Persone che non vogliono pagare la tassa per il culto 
vengono cacciate fuori dalla Chiesa. Qui c'è qualcosa che non va". Vediamo in 
dettaglio l'intervista in una nostra traduzione [Approfondimenti di "Fides Catholica"]
Die Welt: Lei era a Roma per la celebrazione 
del giubileo del Concilio Vaticano II. Per lei personalmente un motivo per 
festeggiare?
Robert Spaemann: In verità no. Si deve dire 
apertamente in primo luogo che si è introdotta un'epoca del tramonto. Una 
celebrazione giubilare non può far assolutamente niente di fronte al fatto che 
migliaia di sacerdoti già durante il Concilio hanno lasciato il loro 
ministero.
Die Welt: Quale la responsabilità del Concilio 
a tal proposito?
Robert Spaemann: Fu parte di un movimento, che 
ha avvolto l'intero mondo occidentale, parte della cultura della rivoluzione. 
Papa Giovanni XXIII disse allora che fine del Concilio era l'aggiornamento della 
Chiesa. Questo fu tradotto da molti con adattamento, adattamento al mondo. Ma 
questo fu un malinteso. Aggiornamento significa: opposizione della Chiesa al 
mondo, che sempre ha avuto e sempre deve avere, attualizzandola per il nostro 
tempo. Questo è il contrario di adattamento.
Die Welt: Giovanni XXIII certamente nel suo 
stesso discorso di apertura del Concilio ha risvegliato le attese che si 
trattasse di adattamento.
Robert Spaemann: Questo è vero. Giovanni XXIII 
era un uomo profondamente devoto. Ma era impresso di un ottimismo che presto già 
lo si poteva definire scellerato. Questo ottimismo non era giustificato. Nelle 
cose ultime la prospettiva storica cristiana suona conforme al Nuovo Testamento: 
alla fine ci sarà un grande apostasia, e la storia si scontrerà con 
l'Anticristo. Ma di questo il Concilio non fa parola. Si è eliminato tutto ciò 
che alludeva a lite e conflitto. Si è voluto benedire lo spirito del mondo 
emancipatore e culturalmente rivoluzionario.
Die Welt: Se in Germania come all'inizio 
dell'anno un tribunale giudica che la Chiesa cattolica può essere chiamata 
impunita setta di pedofili nessuno protesta. Questo ha qualcosa a che fare con 
lo spirito del Concilio Vaticano II?
Robert Spaemann: Sì. Il Concilio ha indebolito 
i cattolici. La Chiesa si è sempre trovata in un combattimento, un combattimento 
spirituale, non militare, ma una lotta. L'Apostolo Paolo parla delle armi della 
luce, l'elmo della fede ecc. Oggi la parola "nemico" è diventata indecente, il 
comandamento "Amate i vostri nemici" non può essere più impiegato perché non 
siamo più autorizzati ad avere nemici. Per i cosiddetti cattolici progressisti 
c'è in realtà ancora solo un nemico: i tradizionalisti. Questo è sì un'eredità 
del Concilio. Certamente noi cristiani per le offese della fede e della Chiesa 
non dovremmo usare nessuna violenza. Ma protestare dovrebbe essere 
possibile. 
Die Welt: I testi che il Concilio dopo 
lunghe discussioni ha approvato sono vaghi compromessi. Chi ha vinto, 
riformatori o tradizionalisti?
Robert Spaemann: Nessuno dei due. Entrambi gli 
schieramenti hanno agito al Concilio come politici. Questo vale soprattutto per 
il partito dei progressisti. Quando per una decisione potevano prevedere di non 
ottenere la maggioranza, hanno introdotto nella decisione di compromesso alcune 
clausole generali, da cui sapevano, che dopo il Concilio poteva essere 
ammollita. Hanno spesso lavorato in modo cospirativo. E hanno fino a oggi la 
prerogativa dell'interpretazione sul Vaticano. Gradualmente tuttavia si instaura 
una nuova coscienza. Lentamente si cessa di mentire nelle proprie tasche. Tutto 
è diventato così avvizzito: uomini che negano la risurrezione di Cristo possono 
rimanere professori di teologia cattolici e predicare come sacerdoti durante le 
Messe. Persone che non vogliono pagare la tassa per il culto vengono cacciate 
fuori dalla Chiesa. Qui certo qualcosa non funziona.
Die Welt: Cosa intende quando dice che i 
novatori avrebbero una prerogativa di interpretazione sul Vaticano? 
Robert Spaemann: Le porto tre esempi. Oggi 
viene detto spesso che il Concilio avrebbe eliminato il celibato. Si dovrebbe 
solo condurre fino in fondo gli accenni di allora. A tal proposito mai prima 
alcun concilio ha difeso il celibato con così tanto rilievo. Secondo esempio. I 
vescovi tedeschi hanno annunciato nella cosiddetta dichiarazione di Königstein 
che l'insegnamento della Chiesa in materia di "pillola" non è vincolante. Il 
Concilio aveva detto proprio il contrario, ovvero che l'insegnamento della 
Chiesa in questa domanda obbliga in coscienza i cattolici. O, terzo esempio: 
ognuno sa che il Concilio ha autorizzato la lingua del popolo nella liturgia. 
Solo alcuni sanno: il Concilio ha soprattuto asserito che la lingua propria 
della liturgia della Chiesa occidentale è e riamane il latino. E Papa Giovanni 
XXIII ha appositamente scritto un'enciclica  sul significato del latino per la 
Chiesa occidentale.
Die Welt: Cosa le disturba soprattutto?
Robert Spaemann: Non penso a singole scelte. 
Maggiormente a ciò che veramente è stato fatto dal Concilio. Forse si deve 
ricominciare a leggere i testi originali. Già alla fine del Concilio si è 
sollevato, come scrive Joseph Ratzinger, come un certo spettro, che si chiama 
"spirito del Concilio" che, molto condizionato, aveva a che fare solo con 
decisioni fattuali. Spirito del Concilio significa: la volontà del nuovo. Fino 
ad oggi i cosiddetti riformatori si richiamano attraverso tutte le possibili 
idee di riforma allo spirito del Concilio e intendono con ciò adattamento. Oggi 
però abbiamo bisogno del contrario del "mondanizzarsi della Chiesa", che già 
Lutero deplorava. Abbiamo bisogno di ciò che il Papa chiama "fine della 
mondanizzazione" (Entweltlichung).
Die Welt: Lei ha scritto: "L'autentico 
progresso rende talvolta necessarie le correzioni di corso e in talune 
circostanze anche passi indietro" Come può la Chiesa invertire rotta?
Robert Spaemann: Fondamentalmente deve fare 
quello che sempre ha fatto: deve sempre tornare indietro. Vive dei Santi, che 
sono modello del tornare indietro. Non è in ordine se la Chiesa in Germania, a 
cui appartiene la Casa Editrice "Weltbildverlag", si sostiene per anni mediante 
la vendita del porno. Per dieci lunghi anni i cattolici hanno informato di 
questo i vescovi e non è successo niente. Ora che il tutto viene fuori il 
segretario della Conferenza Episcopale Tedesca ha fatto di questi fedeli con 
disprezzo dei fondamentalisti. Che ora viene introdotta questa prassi di vendita 
ha a che fare poco evidentemente con il tornare 
indietro.
_____________________________Fonte: Die Welt by Approfondimenti di "fides Catholica"
Vedi anche la notizia su: www.kath.net