Il
passato
«Il
passato sapeva distinguere le istituzioni dalle persone: si poteva disprezzare
un re o un papa (il medioevo non se n'è astenuto!) senza mettere per nulla in
discussione il principio della monarchia o del papato. Si sapeva che
un'istituzione sana - un'istituzione venuta da Dio - restava feconda anche
attraverso il più imperfetto degli uomini. I capi politici e religiosi erano
allora degli anelli di congiunzione tra Dio e gli uomini: si attribuiva più
importanza a ciò che essi trasmettevano che non a ciò che erano. L'altare
sosteneva il prete, il trono il re. Oggi si chiede al re di portare il trono,
al prete di sostenere l'altare. Le istituzioni si giustificano agli occhi delle
folle solo attraverso il genio o il magnetismo di qualche individuo. Questa
esigenza porta con sé due rovinose conseguenze: impone agli sventurati
"portatori" delle istituzioni un grado di tensione e di attività veramente
inumano, e, correlativamente, lega la sorte delle istituzioni ai miserabili
casi individuali» (Gustave Thibon, Diagnosi. Saggio di fisiologia sociale,
Volpe, Roma 1973, p. 125).