L'INDULGENZA NON E' UNA TREGUA
Pubblichiamo l'editoriale del numero di Gennaio 2016
di "Radicati nella fede"
L'INDULGENZA NON E' UNA TREGUA
Editoriale di "Radicati nella fede" - Anno IX n° 1 - Gennaio 2016
Perché la Chiesa ha fatto gli Anni
Santi, perché ha pensato ai Giubilei con le loro indulgenze
plenarie? Semplicemente perché gli uomini devono tornare a Dio,
allontanandosi dal peccato che causa loro la morte eterna. Non c'è
altra ragione, non ce n'è proprio un'altra!
Si assiste a una strana insistenza
sulla misericordia di Dio, che suona straniera, molto straniera ad
orecchie cattoliche. Si sente parlare del Signore che perdona sempre,
ma questa insistenza non è mai preceduta e accompagnata dal ricordo
della gravità del peccato, con le sue mortali conseguenze.
È la solita storia: si prendono
verità cattoliche, le si isolano da tutto il resto, trasformandole
così in qualcosa d'altro. È la tecnica per fondare una nuova
Chiesa, la chiesa dell'umanità che non è più la Chiesa di Cristo.
E tutto questo ha qualcosa di
illogico, di non ragionevole: perché mai il Signore ti accoglierebbe
con misericordia, se non perché tu hai bisogno di essere strappato
dal peccato e dalla morte?
Ma no! oggi va di moda, e proprio
nella Chiesa, parlare della bontà accogliente di Dio, senza
richiamare la gravità del peccato, di ogni peccato. Anzi, chi ancora
nella Chiesa si attarda a denunciare il male e la sua gravità, viene
visto come nemico della misericordia di Dio, da eliminare come falso
apostolo, affinché la bellezza della “nuova chiesa” possa
finalmente risplendere.
Quanti disastri morali si compiranno
in questo Anno Santo, se non si tornerà alla Misericordia vera,
quella di Cristo, che accogliendoti in pianto per i tuoi peccati, ti
perdona e ti dice “d'ora in poi non peccare più”.
La misericordia di Dio, quella di
Cristo, non può mai essere disgiunta dalla condanna ferma del
peccato, di ogni peccato. Anzi, è proprio insegnando la gravità del
peccato che la Chiesa ha sempre aperto i cuori alla vera misericordia
di Dio.
Il beato Cardinal Newman ha parole
impressionanti proprio sulla necessità della condanna severa del
peccato. Parlando del compito dottrinale della Chiesa così si
esprime:
“Anzitutto, la dottrina del maestro
infallibile deve iniziare da una vibrata protesta contro lo stato
attuale dell'umanità. L'uomo si è ribellato al suo Creatore. Questa
ribellione ha provocato l'intervento divino; e la denunzia della
ribellione dev'essere il primo atto del messaggio accreditato da Dio”
(Apologia pro vita sua, cap. V).
Non c'è che dire, il grande Cardinal
Newman, spacciato troppe volte per anticipatore della confusione
conciliare, su questo è chiaro: la ribellione dell'uomo a Dio va
denunciata, e questa denuncia sta all'inizio del parlare della
Chiesa, viene prima di tutto, con essa incomincia tutto!
Ma continuiamo con Newman:
“La Chiesa deve denunciare la
ribellione come il più grave di tutti i mali possibili. Non può
scendere a patti; se vuole essere fedele al suo Maestro, deve
bandirla e anatemizzarla” (ibid.)
Altro che la confusione che ci
circonda e ci sommerge! Altro che questa confusione seguita al sinodo
sulla famiglia, che ben ha preparato la confusione del giubileo.
La mancanza della denuncia del peccato
è di fatto un scendere a patti col peccato; così è percepita dai
più. È colta come una tregua, come una rinuncia della Chiesa alla
lotta contro il male e il demonio. È colta come un cambiamento di
morale, come un depennare alcuni comandamenti dal decalogo, per far
tregua con il mondo che non vuole cambiare.
Sì, si rischia di intendere l'Anno
Santo, con la sua misericordia “larga”, come una grande tregua al
peccato, che prelude alla nascita di una nuova chiesa pacificata col
mondo moderno, che di cambiare non ne ha proprio voglia: che
illusione mortale!
Illusione mortale, quella di pensare
di conquistare il mondo con un perdono che non richiede il dolore del
peccato e il proponimento di non commetterlo più! Illusione mortale,
quella di pensare di riempire le chiese non chiedendo più niente
alle anime. Illusione mortale, quella di pensare di spalancare le
porte a tutti senza chiedere nulla: entreranno forse in molti, ma
occuperanno una chiesa debole, che si trasformerà in loro; e dopo
averla resa simile alla loro casa confusa da cui provenivano, la
rigetteranno per l'ennesima volta come una chiesa inutile.
Ma sì!: cosa se ne fanno gli uomini
di una chiesa che benedice senza avere più la voglia di convertire?
Cosa se ne faranno di una chiesa che ha rinunciato alla grande opera
di Cristo, quella di salvare le anime, suscitando e consacrando con
la Grazia la loro vera conversione? Cosa se ne faranno di una chiesa
che, infedele al suo maestro, si vergogna di ripetere le sue parole
sante: “Va, i tuoi peccati sono perdonati, e d'ora in poi non
peccare più, perché non ti capiti qualcosa di peggio” ?
Ma ascoltiamo ancora il grande Henry
Newman:
“La Chiesa cattolica pensa sia
meglio che cadano il sole e la luna dal cielo, che la terra neghi il
raccolto e tutti i suoi milioni di abitanti muoiano di fame nella più
dura afflizione per quanto riguarda i patimenti temporali, piuttosto
che una sola anima, non diciamo si perda, ma commetta un solo peccato
veniale, dica una sola bugia volontaria o rubi senza motivo un solo
misero centesimo” (ibid).
È ancora così la nostra coscienza
cattolica? È inteso ancora così il compito della Chiesa?
Carissimi, il compito della Chiesa non
può cambiare, perché Cristo non cambia. Non fidiamoci dei falsi
maestri che scambiano il perdono, l'indulgenza plenaria, con una
“tregua” dal sapore troppo umano che sa di diabolico.
La Chiesa è stata posta come baluardo
per la salvezza delle anime dal male, dall'abisso del peccato.
“All'intensità del male che si è
impossessato del genere umano, è stato contrapposto un potere capace
di fronteggiarlo; e il primo atto di questo potere istituito da Dio è
ovviamente una sfida al nemico. Questo preambolo dà un senso alla
posizione della Chiesa nel mondo, e dà una chiave per interpretare
tutto il suo insegnamento e la sua condotta attraverso i secoli.” (ibid).
Ecco perché una Chiesa che intende la
misericordia come “tregua” è un puro non senso, è la
distruzione della Chiesa stessa. Una Chiesa così ridotta non avrà
più una posizione nel mondo... anzi, non l'ha già più.
Preghiamo il Signore e la Vergine
Maria, perché ci concedano pastori secondo il cuore di Dio, che non
temano di fronteggiare il peccato, di porsi come sfida al nemico.