Chi non mangia l’agnello mangia l’uomo.
Del resto qualcosa bisognerà pur mettere sotto i denti, a Pasqua come negli altri giorni. Si consideri il fatto che gli animalisti mai e poi mai si scagliano contro la soppressione dei malati (vulgo eutanasia) o contro l’aborto. Non ricordo campagne della Fondazione Umberto Veronesi contro l’aborto selettivo, ormai dilagante anche in Italia per colpa dell’immigrazione indiana e cinese: quell’aborto che si mangia di preferenza le bambine. Il calo di vendite dell’abbacchio non c’entra con la crisi economica (un tempo si mangiava cicoria per mesi pur di concedersi un pranzo pasquale come Gesù comanda); c’entra con la crisi morale, un buco che comincia a formarsi nelle coscienze quando non si crede più nella sacralità dell’uomo e che si allarga quando si annuncia il taglio dei farmaci salvavita (notizia sui giornali di ieri). Chi non mangia l’agnello mangia l’uomo. E allora mangiatevi l’agnello, coi piselli.
da il FOGLIO del 8 aprile 2012