lunedì 19 ottobre 2015

fumo infernale al Sinodo


«Il fumo di Satana è entrato nel Sinodo»

Di seguito il testo dell’intervento al Sinodo, sabato 10 ottobre, dell’arcivescovo di Astana (Kazakhstan) Tomash Peta.

«Il Beato Paolo VI disse nel 1972: “Da qualche fessura, il fumo di Satana è entrato nel tempio di Dio”.
Sono convinto che queste del santo pontefice, l’autore dell’Humanae vitae, furono parole profetiche. Durante il Sinodo dello scorso anno, “il fumo di Satana” ha cercato di entrare nell’aula di Paolo VI.

Precisamente ne:

1) La proposta di ammettere alla sacra Comunione chi è divorziato e vive in una nuova unione civile;
2) L'affermazione che la convivenza è un'unione che può avere in se stessa alcuni valori;
3) L’apertura all’omosessualità come qualcosa dato per normale.


Alcuni padri sinodali non hanno compreso nel modo giusto l'appello di Papa Francesco per una discussione aperta e hanno iniziato a portare avanti idee che contraddicono la Tradizione bimillenaria della Chiesa, radicata nel Verbo eterno di Dio.

Purtroppo, si può ancora percepire l'odore di questo “fumo infernale” in alcuni passi dell’Instrumentum Laboris e anche negli interventi di alcuni padri al Sinodo di quest'anno.

A mio avviso, il compito principale di un Sinodo consiste nell’annunciare di nuovo il Vangelo del matrimonio e della famiglia e quindi l'insegnamento del nostro Salvatore.

Non è consentito distruggere il fondamento, distruggere la roccia.

Lo Spirito Santo, che vince sempre nella Chiesa, illumini tutti noi nella ricerca del vero bene per le famiglie e per il mondo.

Maria, Madre della Chiesa, prega per noi!»
L’esorcista De Meo: “Altro che commozione, al Sinodo raccontato un atto sacrilego”
Don Cipriano De Meo“La frazione dell’ostia consacrata è atto riservato solo al sacerdote. Se viene effettuato da un altro siamo nel sacrilegio, altro che commozione e lacrime. Qui  gode solo Satana”: parole e musica di Padre Cipriano De Meo il notisissmo esorcista pugliese. Con Padre Cipriano, esorcista di lunghissimo corso e per anni presidente della stessa associazione, parliamo del caso, raccontato al Sinodo dei vescovi, del bambino che avrebbe spezzato in due l’ ostia della sua prima comunione per darla ai genitori divorziati. Un episodio che potrebbe fare breccia, almeno emotiva, sui padri sinodali e che sui media ha avuoto molto ( forse esagerato) rilievo. Ammesso che risponda al vero.
Don Cipriano, al Sinodo si sono commossi…
” Lo ripeto. Si commuovano quanto si vuole, ma  solo il sacerdote ha il potere di spezzare l’ ostia. E’ un atto riservato a lui, dalla liturgia, ed ha un preciso significato. Se accade il contrario, se viene effettuato da un altro che sacerdote non è, siamo al sacrilegio e altro che commozione. Qui se la ride il Demonio. Penso che il vero responsabile di questo fatto, sia comunque, il sacerdote o  chi ha ammnistrato la comunione, doveva intervenire subito. Il bambino non è nel peccato  perchè non si rendeva conto del fatto e della sua gravità. Il peccato ha bisogno della precisa e  deliberata volontà di infrangere la legge. Ma il prete sì. Se qualcuno da questo episodio vuole lucrare o è ignorante, o in malafede”.
Se è atto sacrilego, qual è la conseguenza?
“Ogni atto di sacrilegio e ogni peccato, sono figli di Satana. Oggi il nemico, per via della scristianizzazione, è entrato nella società ed anche nella chiesa. Lo aveva detto già Paolo VI”.
 Divorziati risposati e  coppie gay: possibile dare loro la comunione?
“Niente affatto. Loro, per scelta, non vivono in stato di grazia e dunque sono in peccato. Se non si convertono, non è possibile prendere la comunione”.
Unioni civili, le piacciono?
“Per niente. Sono demoniache, perchè ogni cosa che va contro Dio appartiene al Nemico. Non sono certo prodotto dell’ Angelo custode”.
Nella sua lunga pratica di esorcista, quali sono i santi maggiormente temuti dal Demonio?
“Intanto la Madonna, poi Padre Pio e la recita del Rosario. Spesso, il  diavolo è urtato da Benedetto XVI del quale probabilmente odia la umiltà che è il suo opposto. Viviamo un brutto momento, e sembra che il nemico sia scatenato”.
Bruno Volpe