Pubblichiamo l'editoriale di Marzo 2017
di "Radicati nella fede"
PRIMA IL CRISTIANESIMO:
L'AUTORITA' E IL POTERE.
PRIMA IL CRISTIANESIMO: L'AUTORITA' E IL POTERE.
Editoriale di "Radicati nella fede" - Anno X n° 3 - Marzo 2017
Un Cristianesimo debole, che ha dimenticato la
Rivelazione Divina nella sua interezza, o che parla di Rivelazione in
maniera generale ma non crede più fermamente nei contenuti puntuali
della rivelazione, finisce con l'essere attento solo all'aspetto di
potere presente nella Chiesa.
Una Chiesa che dice a parole che Dio si è
rivelato, ma, nello stesso tempo, pensa di fatto che Dio sia ancora
così nascosto, da puntare tutto solo sulla ricerca umana; da pensare
che Dio debba essere rincorso in una estenuante ricerca dell'uomo,
poi deve appoggiarsi completamente sull'uomo, e per non esplodere
nella completa confusione e anarchia, deve fondarsi sul potere. E
questo potere ha la funzione di regolamentare questa ricerca umana,
con il quasi esclusivo criterio di fermare, arginare, stigmatizzare
chi - obbedendo cattolicamente al contenuto della rivelazione - pensa
che si debba obbedire a Dio che ha parlato e non cercarlo come se non
si fosse rivelato.
È il potere interno a una neo-chiesa che,
caduta nel puro naturalismo, punta tutta sull'uomo in ricerca ed è
strutturalmente nemica della Rivelazione Divina.
Questo neo-potere della neo-chiesa non ha
autorità.
Sì, perché il potere non è esattamente
l'autorità.
L'autorità è serva della verità, il potere
è servo di se stesso.
L'autorità è di Dio da cui tutto deriva, ed
è partecipata da Dio a coloro che sono posti a custodire l'opera di
Dio, naturale e soprannaturale.
Padre e madre sono autorità per i figli; Dio
ha suggellato nel quarto comandamento questo rapporto autorevole; ha
legato all'onore dato al padre e alla madre la benedizione o la
maledizione; ma anche quest'autorità, così naturale, viene da Dio
che ha fatto la vita e non potrà mai essere esercitata sui figli in
contrasto con la legge di Dio: se tuo padre e tua madre ti
comandassero qualcosa contro la legge di Dio, contro la sua
rivelazione, tu obbedirai a Dio e non al comando ingiusto e falso dei
tuoi genitori.
Deriva da Dio anche l'autorità dei reggitori
del mondo. Re e Capi di Stato hanno un'autorità voluta da Dio, anche
quando non sono cristiani, ma pagani o atei. San Pietro raccomanda
questo riconoscimento di autorità: “State sottomessi ad ogni
istituzione umana per amore del Signore: sia al re come sovrano, sia
ai governatori come ai suoi inviati per punire i malfattori e
premiare i buoni. Perché questa è la volontà di Dio...” (1
Pt 2,13 e ss.).
Questa è la dottrina cattolica, quella non
inventata dagli uomini ma frutto della rivelazione divina: Dio
creatore e governatore del mondo, ha disposto che l'umano consorzio,
composto di essere ragionevoli e sociali, avesse un ordinamento
fondamentale idoneo a loro; e tale “ordinamento di Dio” consiste
radicalmente nell'autorità e nella fratellanza. (…) (Il potere di
queste autorità) non deriva da qualche loro privilegio e superiorità
naturale, ma proviene da Dio, vero ed unico padrone di tutto e di
tutti, il quale per il bene della società ha posto il principio di
autorità. - Onde chi resiste a questa, resiste all'ordinamento di
Dio (Umberto Benigni, Storia sociale della Chiesa, ed. 2016, vol.
I, pg. 58).
Ma va aggiunto subito che quest'autorità non
può essere esercitata contro Dio e la sua volontà: Siccome tutta
la base dell'autorità e del suo potere sociale sta nell'ordinamento
divino, quell'autorità che comanda cose contrarie alla legge del
Signore, perde la propria base; ed il suo comando è nullo. Donde
consegue che, nel bivio di disobbedire a Dio o agli uomini, non vi
può essere dubbio di scelta (Umberto Benigni, Storia Sociale
della Chiesa, ed. 2016, vol. I, pg. 59).
Se questo riferimento a Dio è essenziale per
le autorità naturali, cosa si dovrà dire di quelle che sono
preposte alla vita della Chiesa, che è vita soprannaturale, vita di
grazia? L'autorità nella Chiesa e il potere che ne è emanazione
sono totalmente relative all'opera di Dio, alla salvezza delle anime.
Staccare in qualche modo, nella Chiesa, l'autorità da Dio è pura
assurdità, questo lo capiscono tutti!
Ma c'è un modo discreto e tremendo di
staccare l'autorità ecclesiastica dal suo fondamento che è Dio, ed
è quello di non dare contenuto preciso alla rivelazione.
Le autorità civili si sono separate da Dio
dichiarando lo stato aconfessionale, agnostico o ateo; si sono
separate da Dio inventando la loro autonomia nel libera Chiesa in
libero Stato; e fondandosi su se stesse, e non su Dio, sono
diventate troppe volte incivili.
Le autorità ecclesiastiche, invece, si sono
emancipate da Dio relativizzando la rivelazione: ciò che Dio ha
detto è stato storicizzato, reinterpretato, riformulato, ammodernato
e alla fine relativizzato. Tutto ciò ha dato il via libera ad una
autorità che pensa di fare un cristianesimo nuovo in ogni stagione
del mondo, senza vincoli con il deposito della fede. La conseguenza è
che questa autorità diventa dispotica, perché resta la sola capace
di giudicare se tu sei cattolico o no. Non è più la Rivelazione che
ti giudica attraverso l'autorità, ma è l'autorità sola, vedova di
una rivelazione relativizzata.
Questa operazione alla fine distruggerà
l'autorità, anzi lo sta già facendo da tempo.
Gli uomini prima rigetteranno un'autorità
senza riferimenti vincolanti, che cambia le verità a piacimento; poi
abbandonerà una chiesa terribilmente vuota, senza contenuto divino.
Solo nell'autorità della Rivelazione,
nell'interezza delle fonti – Scrittura e Tradizione – si può
salvare l'autorità della Chiesa e nella Chiesa.
Ecco perché il richiamo alla Tradizione non è
mai contro l'autorità, ma fonda l'autorità, la salva.
Senza la Scrittura e la Tradizione non c'è
autorità possibile.
L'insistenza sull'autorità sganciata dalla
Tradizione, ma legata all'innovazione ha posto mano all'opera
anarchica nella Chiesa. L'autorità per l’aggiornamento e
non per la custodia del deposito divino è la cosa più assurda che
sia mai capitata nella storia della Chiesa.
I nemici lo sapevano: la massoneria, il
comunismo ecc... hanno sempre fatto l'occhiolino ai teologi
modernisti e li hanno utilizzati per annullare la Chiesa.
I preti, la maggior parte, non l'hanno
capito... così come i clericali: a furia di sottolineare l'autorità
piuttosto che la verità, hanno dimenticato quest'ultima per strada.
I semplici lo intuirono e continuarono in un
cristianesimo umile, lasciando blaterare le nuove guide
ecclesiastiche.
Per questo crediamo fermamente che il migliore
servizio alla Chiesa sia la fedeltà alla Messa di sempre, sintesi
della Rivelazione, unica salvaguardia possibile dell'autorità nella
Chiesa e nella società.
I semplici l'hanno capito; un giorno, dopo
l'ubriacatura, anche l'autorità ci ringrazierà.