Il folle sbaglio
«Eccoci dunque ricondotti al curioso inginocchiamento il cui spettacolo è offerto oggi da credenti la cui fede in Dio domanda di essere confortata da un'appassionata fede nel mondo. Che cosa sta dunque all'origine di questo inginocchiamento? Un folle sbaglio, la confusione tra due significati completamente diversi attribuiti alla stessa parola "mondo". Vi è, lo abbiamo visto, una verita "ontosofica" sul mondo considerato nelle sue strutture naturali e per ciò che lo costituisce in proprio: allora si deve dire che il mondo è fondamentalmente buono.
E vi è una verità "religiosa" o "mistica" sul mondo considerato nella sua relazione ambigua con il regno di Dio e l'Incarnazione: allora si deve dire che il mondo, se accetta di essere assunto nel regno è salvato, mentre se rifiuta il regno e si rinchiude nella concupiscenza della carne, nella concupiscenza degli occhi e nell'orgoglio dello spirito, è l'avversario del Cristo e dei suoi discepoli e li odia.
Ebbene, basta aggrovigliare insieme queste due accezioni del vocabolo mondo immaginandosi che la prima verità relativa al mondo distrugge la seconda, perché significa che non c'è regno di Dio distinto dal mondo e che il mondo riassorbe in sé quel regno e allora il mondo è esso stesso il Regno di Dio, in divenire (e alla fine dei fini, in gloria). Esso non ha menomamente bisogno d'essere salvato dall'alto, né assunto e finalmente trasfigurato in un Altro mondo, un mondo divino.
Dio, Cristo, la Chiesa, i sacramenti sono immanenti al mondo, come anima sua che a poco a poco foggia il suo corpo e la sua personalità sopraindividuale. Sarà salvato quindi dal di dentro e dalla propra anima che lo agita; si salva e si esalta da sé. In ginocchio, con Hegel, e con i suoi, davanti a questo mondo illusorio; a lui la nostra fede, la nostra speranza e il nostro amore! Siamo più cristiani che mai, poiché il Cristo è in lui, poiché egli è consustanziale (se mi è lecito usare questa parola così mal vista).
La realtà però resta ciò che è, non ciò che noi vogliamo. Di fatto Dio è, infinitamente trascendente, di fatto c'è un ordine soprannaturale che è l'ordine della grazia, di fatto c'è stato un avvenimento che si chiama l'Incarnazione del Verbo eterno, di fatto c'è un altro mondo che è il regno di Dio già cominciato. E allora, a dispetto dei nostri sogni, inginocchiandoci davanti al mondo, noi siamo gli amici non già di un mondo che riassorbirebbe in sé il regno di Dio, bensì del mondo che rifiuta tutto questo, e che non vuole saperne né del Cristo («il mondo mi odia»), né del regno di Dio, (amici) del regno trincerato in se stesso e nemico del Vangelo. Piegheremo cioè le ginocchia davanti a quel mondo e il falso dio è che il suo imperatore (...). Ecco l'errore dei cristiani sviati»
(J. Maritain, Il contadino della Garonna, il Cerchio Iniziative Editoriali, 2009, p. 72-73)